Al setaccio i campi nomadi: a rischio espulsione 302 rom

Sorpresi negli insediamenti autorizzati, hanno 90 giorni per trovare un lavoro

Continua il censimento dei nomadi negli insediamenti autorizzati sul territorio cittadino. Strumento importante per catalogare le presenze che la città è in grado di tollerare. Dopo i controlli dell’ottobre 2006, infatti, è stato possibile compilare la graduatoria per l’ingresso al Triboniano versione restyling.
Proprio a partire da qui il settore Sicurezza sta passando di nuovo al setaccio le aree cosiddette «a rischio». Ecco il primo risultato: sette i campi rom controllati, anche in vista dell’applicazione della Direttiva europea sul diritto di soggiorno degli stranieri comunitari non in grado di provvedere al proprio sostentamento, pena l’espulsione dopo 90 giorni di permanenza in Italia. Trecentodue sono i cittadini romeni identificati e «invitati» dalla pubblica autorità a mettersi in regola. «Nello specifico - riferisce il vicesindaco con delega alla Sicurezza, Riccardo De Corato - nell’ultima settimana di settembre gli agenti della Polizia municipale hanno visitato le quattro porzioni di Triboniano, oltre ai campi di via Negrotto, via Idro e via Impastato. Complessivamente sono stati censiti 558 adulti, di cui 240 italiani, 16 bosniaci e appunto 302 romeni». Per questi ultimi scatta il conto alla rovescia. Dovranno provvedere entro tre mesi alla registrazione presso l’Anagrafe comunale, alla ricerca di un lavoro regolare che consenta di vivere in autosufficienza e alla copertura sanitaria richiesta.
Intanto viene aggiornato il data base degli «ultimi», sarebbe a dire il registro delle presenze di marginalità (come mendicanti, lavavetri, lavoratori in nero) riscontrate dai vigili. Il conto, da luglio a oggi, è arrivato a 450 persone. Così De Corato ricorda al ministro dell’Interno, Giuliano Amato, «la necessità della modifica legislativa annunciata nel “pacchetto Sicurezza” del 12 ottobre. Occorre dare facoltà ai prefetti di espellere quegli immigrati che costituiscono un pericolo per la pubblica sicurezza». Altro passo da fare, secondo il vicesindaco, «è poter procedere all’allontanamento coatto, ovvero all’arresto per coloro che vengono sorpresi a rientrare in Italia. Soltanto in questo modo si darebbe piena attuazione alle norme europee».
Sempre in tema di rom e occupazioni abusive, interviene l’assessore ai Lavori pubblici, Bruno Simini, sul caso della scuola media “Gandhi” alla Comasina, ancora nel mirino degli irregolari: «Confermo gli impegni presi. La demolizione inizierà entro fine novembre per far posto al commissariato di Polizia.

Mentre per l’edificio adiacente (dove sorgono gli ex alloggi del custode, ndr), di proprietà comunale ma fino a poco tempo fa in uso alla Provincia, stiamo pensando di trasferirvi da subito il commissariato, in attesa che sia agibile il nuovo edificio. Oggi - ammette Simini - è terra di nessuno». Anzi no, dei nomadi.

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