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Le sexy azzurre: "Il costume per noi è una bella... divisa"

Cicolari e Menegatti sognano l’impresa a Roma: "Se arriviamo in semifinale andremo di casa in casa a cercare pubblico"

Le sexy azzurre: "Il costume per noi è una bella... divisa"

Roma - Il lato Beach italiano del volley è bravura e tecnica, non solo estetica. «Ma ci vuole anche quella, per noi stare in costume è come avere una divisa, por­ta allegria e magari più seguito a livello mediatico...»,dicono senza pudori Gre­ta Cicolari e Marta Menegatti. Le nume­ro uno azzurre dello sport della sabbia guardano al primo Mondiale casalingo (iniziato lunedì a Roma, per loro subito due vittorie - 21-7, 21-8 alle olandesi Van der Hoeven e Van der Vlist, doppio 21-17 alle americane Fendrick e Han­son - ) con la voglia di non deludere le attese. Non svelano il colpo segreto, ma rivelano che un libro è la loro guida. «Si intitola “Leader di se stesso”, scritto dal mental coach Roberto Rea- rivela Gre­ta, la «veterana» di 28 anni - . L’ho letto tutto, ho sottolineato delle frasi e quan­do siamo in camera a riposarci dopo una partita ne leggo qualcuna a Marta».

Loro non guardano i video delle av­versarie ( «lo fa il nostro allenatore che ci dà due informazioni base»)e si concen­trano solo su se stesse. La preparazione è durata 4 mesi: «Uno trascorso in Brasi­le per uno stage, gli altri in palestra con 3-4 sedute di pesi e 2-3 con la palla a setti­mana ». Il beach volley, nato tra le Hawaii e la California, giocato dai Beatles e amato da Kennedy e da Marylin Monroe, oggi è una disciplina milionaria, con varie star e bellezze americane (le olimpioni­che Walsh e May- Treanor, riunitesi do­po tre anni di inattività tra maternità e infortuni), brasiliane (da Larissa e Julia­n­a alla Salgado che fa pubblicità agli as­sorbenti e alla Talita, quasi un manife­sto delle spiagge di Rio) e tedesche (Hol­twick e Semmler hanno girato uno spot per Smart). Ora parla italiano grazie alla Cicolari, un passato nel judo e nella pal­lavolo indoor, e alla Menegatti, nata in­vece nel beach. Dal loro incontro nel 2008, è stato un crescendo fino al secon­do posto in Polonia e alla semifinale di uno Slam a Pechino (prima assoluta per una coppia azzurra).

Facendo un calcolo approssimativo, nel 2011 han­no già guadagnato 60mila dollari. «Lei è un agonista nata, mi ci trovo be­ne, sul campo vogliamo sempre fare ve­dere chi comanda », così la meno loqua­ce Menegatti. «Marta è giovane, bella e talentuosa- così Greta- . Il nostro obietti­vo è: una palla dopo l’altra. Anche se in fondo le partite sono due palle, fai il bre­ak e hai vinto. Ma se arriviamo in semifi­nale, vado casa per casa a portare la gen­te al centrale del Foro Italico». Già, per­ché la location di questo Mondiale «è la più bella mai vista, lo dicono i colleghi stranieri». E qui Greta e Marta vogliono scrivere la storia del beach azzurro. «Ringraziamo Federazione e Aeronau­tica Militare per l’aiuto che ci danno. Co­sa diamo all’Arma? Portiamo il suo no­me in giro per il mondo, ma un giorno ci toccherà volare pure a noi...».

Ora vo­gliono farlo sulla sabbia di Roma.

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