La sfida del cornista Vlatkovic, per tre giorni ospite della Verdi

Nella veste solistica li si vede piuttosto di rado. Ma loro hanno fatto di necessità virtù conquistandosi la fama dei compagnoni per eccellenza dell’orchestra (seguiti a ruota dai vari componenti della famiglia dei fiati). Sono i cornisti, siedono nel reparto degli ottoni, in fondo all’orchestra, a un passo dalle percussioni. Il repertorio solistico per corno esiste, ma non è granché nutrito, risulta quindi un’impresa per un cornista poter sfondare senza legare il proprio nome all’orchestra di turno. Così, la più grande aspirazione consiste nel raggiungere il primo leggio. Eppure c’è chi ha puntato in alto, spuntandola. È Rodovan Vlatkovic, di Zagabria, qualche anno in orchestre di rango come primo corno (tra cui la Rso di Berlino), e infine la decisione di mettersi in proprio, sfidando le convenzioni di carriera. S’è imposto come uno dei cornisti più interessanti del nostro tempo, conteso dai migliori complessi e richiesto come insegnante dalle scuole più titolate: prima dalla Musikhochschule di Stoccarda, quindi il Mozarteum di Salzburg e dal 1999 dal Conservatorio «Reina Sofìa» di Madrid.
Da stasera (ore 20.

30) Vlatkovic è a Milano ospite dell’Orchestra Verdi, nell’Auditorium in Largo Mahler dove l’interprete ritornerà domani (ore 20) e domenica (ore 16). Sul podio, Claus Peter Flor, dal 2003 direttore principale ospite della Verdi.

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