Sfida alla tradizione con tanta tecnologia

Il regolatore del Defy Lab prevede un pezzo unico. E non ha legami meccanici

Fabrizio Rinversi

Nel 1675, lo scienziato olandese Christiaan Huygens formulò il principio dell'isocronismo delle vibrazioni meccaniche derivante dalla molla a spirale accoppiata a un bilanciere per il funzionamento di un segnatempo. 342 anni dopo, Zenith mette in discussione questo assunto tecnico di funzionamento e regolazione dell'orologio, considerato ineludibile. Nel modello Defy Lab il sistema bilanciere-spirale è sostituito da un unico pezzo, monolitico, in silicio monocristallino, privo di collegamenti meccanici; i circa trenta componenti di un organo regolatore standard vengono sostituiti da un solo elemento, spesso 0,5 mm. Il nuovo oscillatore, dal diametro di circa 30 mm, batte all'elevatissima frequenza di 15 Hz (108.000 a/h) e garantisce una riserva di carica di quasi 60 ore. La precisione assicurata è circa 10 volte maggiore di un calibro «cronometrico», ossia 0,3 secondi al giorno e può essere conservata per il 95% della riserva di carica. Protagonista del calibro ZO 342, automatico, l'oscillatore, perfettamente visibile sotto il quadrante scheletrato, recepisce l'energia da un normale bariletto e comincia a vibrare a 15 Hz, coinvolgendo tre elementi periferici interni allo stesso, collegati tra loro e sostenuti da tre molle a lamina: uno è preposto al fissaggio sulla platina, uno alla regolazione per il mantenimento dell'isocronismo e l'ultimo governa la vibrazione di un componente su cui sono ricavati due piccolissimi denti, che interagiscono con la ruota di scappamento, sempre in silicio, definendone un moto unidirezionale. Risultato: la rotazione fluida e continua della sfera centrale dei secondi. Tutto questo è contenuto in una cassa tonneau da 44 mm, realizzata in Aeronith, un ibrido derivato dall'alluminio, molto resistente e soprattutto, molto leggero (2,7 volte più del titanio e il 10% più leggero della fibra di carbonio).

Al momento sono stati realizzati solo 10 esemplari di Defy Lab, ma l'obiettivo finale è quello di sviluppare una produzione di serie. Il futuro dell'orologio è tradizione o innovazione? Una domanda alla quale forse, si ha paura di rispondere.

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