Si fanno chiamare «i soldati di Dio»

Alleato dei talebani in Afghanistan e considerato vicino ad Al Qaida, il gruppo dei ribelli sunniti «Jundallah» (Soldati di Dio) è composto da miliziani provenienti dalla regione del Baluchistan. Secondo l’analista pachistano esperto di terrorismo e politica estera, Ahmed Rashid, il gruppo conterebbe su un forte appoggio dei servizi segreti pachistani (Isi) che lo utilizzerebbero come arma contro l’Iran. Ne fanno parte non più di 100 membri, ma già alla fine del 2005 il gruppo si rese protagonista di un tentativo di uccidere Mahmoud Ahmadinejad, durante una visita del presidente nella regione iraniana al confine con Afghanistan e Pakistan. Secondo Teheran, i «Soldati di Dio» sono sostenuti dagli Stati Uniti con l’obiettivo di creare instabilità nella Repubblica islamica.

Sono gli stessi «Jundollah» a porsi come fine quello di combattere per i diritti della minoranza sunnita in Iran e il leader del gruppo, Abdolmalek Rigi, in un’intervista di due anni fa, spiegò che il loro intento era di lottare contro il «genocidio» della popolazione baluca in Iran. Il gruppo è abbastanza recente: fondato nel 2002, lanciò la sua lotta armata solo nel 2005 nella provincia iraniana Sistan-Baluchistan con rapimenti e, più recentemente, attacchi kamikaze.

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