Dal convegno di Parma della Confindustria è uscito un programma di politica economica da realizzare subito, basato su tre pilastri: lo stanziamento di un miliardo circa per la ricerca e lo sviluppo, l'attivazione completa del piano di infrastrutture varato lo scorso anno dal Cipe per l'importo di 15 miliardi, che incontra ostacoli burocratici vari, la riduzione della pressione fiscale sulle imprese... Dalla Confindustria di Parma è venuto un messaggio chiaro al governo: bene la riforma globale del sistema tributario, che richiede tempo, ma bisogna adesso dare ossigeno fiscale alle imprese che hanno tempi operativi più brevi di quelli delle grandi riforme. Il dito è puntato contro l'Irap, una imposta pessima, perché - come ha detto Emma Marcegaglia - tassando gli interessi passivi, penalizza il ricorso al credito anche quando è fatto per affiancare un aumento di capitale per finanziare nuovi investimenti e tassa il costo del lavoro già ampiamente tassato con l'imposta sul reddito e i contributi sociali. Contro l'esigenza di modificare l'Irap, in questi aspetti si fanno due obiezioni serie e una non seria. Le obiezioni serie sono che riducendo l'Irap su costi del lavoro e interessi passivi si può intaccare un'imposta che serve alle Regioni per la spesa sanitaria e che non possiamo permetterci di ridurre le imposte senza copertura. La terza obiezione, quella non seria, è che l'Irap non sarebbe un'imposta cattiva, ma buona, in quanto Prodi e Visco lhanno istituita nel 1997, rimpiazzando tre imposte e semplificando il sistema tributario. Ma le tre imposte sostituite erano semplici addizionali, trattandosi dell'Ilor (imposta locale sui redditi) che era una addizionale alle imposte statali sui redditi di impresa e di capitale, dell'Iciap (imposta comunale su industrie arti e professioni) che era un'analoga addizionale e del contributo sanitario che si sommava agli altri contributi). L'Irap invece esige una apposita contabilità, una sua dichiarazione dei redditi e una apposita attività di accertamento e riscossione. Inoltre l'Irap ha aumentato il gravame delle imposte sostituite. Infine quelle tre imposte, entrando nell'area euro avevano bisogno di essere alleggerite, per le ragioni che ora sempre più emergono. Anche le due obiezioni serie, fortunatamente, si possono superare. LIrap sui costi del lavoro, nominalmente del 4,5%, è nella realtà pari al 6,3% sui salari lordi, in quanto tassa sia tali salari lordi sia i contributi sociali su di essi (pari a circa il 40% dei salari). Si può trasformarla in un contributo sanitario regionale del 6,3%, pagabile in due rate annue, direttamente alle Regioni e detrarla dal costo del lavoro per l'imposta sulle società (Ires) e dall'Irpef. Dato che l'aliquota di tali tributi è sul 28%, l'onere si ridurrebbe dell1,7% (pari al 28% del 6,3%) scendendo al 4,6%. In un secondo tempo si possono alleggerire i contributi sociali statali togliendo gli oneri impropri che non riguardano la previdenza, ma la socialità generale. Quanto all'Irap sugli interessi passivi, la si può detrarre dall'Ire e dall'Irpef, il che comporta una riduzione dell1,2% (pari al 28% del 4,5%). In un secondo tempo si potrebbe dimezzare la sua base imponibile rendendola eguale a quella degli interessi passivi nell'Ire. Il gettito perso per le Regioni potrebbe essere compensato con un aumento dell'aliquota Irap su profitti e interessi dell'1% ,controbilanciato da una equivalente riduzione dell'imposta statale. A questo punto, viene la seconda obiezione «seria»: quanto costano queste operazioni al bilancio dello Stato? E come finanziarle? Per la detrazione dell'Irap sui costi del lavoro ai fini dell'Ire e dell'Irpef, il gettito perso sarebbe di circa 5 miliardi, per la detrazione dell'Irap sugli interessi passivi, di 1,2. Per dimezzare l'Irap sugli interessi passivi si perderebbero forse 1,5 miliardi.
In totale 7,7 cioè uno 0,5 del prodotto nazionale (Pil) che si può ripartire in tre anni. Credo che così si possa trovare una copertura limando altre spese e con recupero di evasione. L'importante è che le imprese possano scontare subito questo sgravio nei loro programmi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.