Si spoglia davanti a due bambine Pedofilo preso di fronte alla scuola

Erano ormai giorni che stabilmente si appostava davanti alla scuola tedesca e appena sorprendeva una bambina sola partiva con le solite pantomime da esibizionista, calandosi i pantaloni e gridando oscenità. L’ultima volta però c’erano anche due agenti in borghese ad aspettarlo e quando ha iniziato la sceneggiata gli sono saltati addosso, l’hanno ammanettato e portato via. Scoprendo che si trattava di una vecchia conoscenza, con alle spalle vent’anni di denunce e arresti per molestie.
Salvatore Sicilia, 55 anni, nato a Messina, ma residente in città, da un po’ di tempo aveva individuato nella Deutsche Schule in Mailand di via Legnano 24 una sorta di sua personale «riserva di caccia». Mercoledì 25 febbraio alle 14 in particolare si era appostato davanti all’uscita e quando ha visto le scolarette varcare il portone ha scelto la sua «preda» e l’ha seguita fino a casa. La vittima, dieci anni, racconterà poi di aver avuto l’impressione di essere seguita ma non di non averci fatto più di tanto caso. Arrivata a casa, non molto lontana dall’istituto, la bambina ha aperto la porta ed è entrata nell’androne, subito seguita dal maniaco che ha tirato giù i pantaloni e ha preso a urlare sconcezze. La piccola è rimasta per un attimo paralizzata dalla paura poi ha trovato la forza di divincolarsi, prendere l’ascensore e salire in casa dove ha raccontato tutto ai genitori. Pochi minuti dopo il papà della bambina stava già denunciando l’accaduto alla vice dirigente del commissariato centro Elisabetta Silvetti che ha subito predisposto un discreto servizio di sorveglianza.
Due agenti in borghese seguono dunque passo per passo la bambina ma il 26 il primo appostamento va a vuoto. Non c’è bisogno di aspettare tanto. Il 27 la piccola va a scuola torna, pranza e poi riesce per le lezioni pomeridiane e incappa nuovamente nel suo persecutore che in mezzo alla strada apre i pantaloni. E si ritrova subito con i due poliziotti addosso. Sicilia reagisce, si divincola, ottenendo però come unico risultato di beccarsi anche una denuncia per resistenza.
In commissariato gli agenti lo identificano appunto come Salvatore Sicilia, disoccupato, residente insieme all’anziana madre e a un fratello disabile in via Fontanelli 3. Scoprono anche il suo espediente per aumentare l’effetto «scenografico della rappresentazione»: infilare uno dopo l’altro una serie di preservativi. Tra i quali anche uno nero. E questo spiega perché la bambina al momento di confidarsi con il papà avesse parlato di un «tubo nero di plastica».
Gli investigatori accertano che il 24 si era esibito davanti a una ragazzina di 11 anni della stessa scuola, che non aveva raccontato subito ai genitori la disavventura. E una sfilza di precedenti specifici: una prima denuncia rimediata a Parma nel ’86 e un’altra a Monza nel ’97. Fino all’arresto del ’98 a Milano, che lo tiene per un po’ dietro le sbarre.


Vista la recidiva, all’inizio del 2007 la magistratura lo classifica sorvegliato speciale e gli impone l’obbligo di risiedere a Milano e non avvicinarsi a qualsiasi istituto di ogni ordine e grado. Ma già a marzo gli agenti del commissariato Cenisio lo beccano davanti a una scuola della loro zona e lo arrestano: Sicilia torna in carcere per uscire solo a fine 2008. E ricominciare subito le sue disgustose imprese.

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