«Siamo contenti». E l’opposizione gonfia il petto

I leader della coalizione applaudono la presa di posizione. Deluso solo Mastella: mi spiace che Mieli ci abbia dimenticato

Marianna Bartoccelli

da Roma

Sinanche Marco Rizzo, eurodeputato dei Comunisti Unitari è soddisfatto per l’editoriale del direttore del Corriere della Sera. Ma da comunista pone subito un interrogativo alla sua coalizione: «Quanto conteranno gli interessi della grande finanza e dell'economia nei confronti della larga parte del popolo italiano rappresentato da milioni di disoccupati e giovani lavoratori? O meglio, con tutto il rispetto, conteranno di più Luca Cordero di Montezemolo e Tronchetti Provera oppure la Cgil e i milioni di lavoratori?». A casa Udeur invece non sembrano soddisfatti dell’endorsement del direttore del Corriere: «Mi dispiace - sottolinea Mastella - che Mieli nel suo corsivo si dimentichi del nostro partito. Forse ha in mente altre cose come il partito democratico. E l'Udeur è un partito democratico ma cristiano». Ovviamente applausi dai vertici dell’Unione. Primo fra tutti Rutelli, da tempo ormai nel cuore del direttore del Corrierone: «Si tratta di una presa di posizione trasparente e convincente» - afferma il leader della Margherita da Lecce dove è arrivato con il suo treno elettorale. «Ogni giornale - chiarisce Rutelli - ha piena libertà di esprimersi nella competizione elettorale come è tipico peraltro della tradizione anglosassone a volte anche in modo imprevedibile rispetto all'orientamento che era loro attribuito». Da Catania, dove ha preso il via la campagna elettorale del centrosinistra, Romano Prodi dichiara di non preoccuparsi delle reazioni della Cdl e difendendo la scelta di Mieli sottolinea che persino «su Famiglia Cristiana si leggeva ieri un fondo duro contro Silvio Berlusconi». «Va bene. Sono contento, va bene l'editoriale e va ancora meglio la “maretta”», chiosa il Professore. Anche il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha espresso «solidarietà al direttore del Corriere della sera, attaccato brutalmente dalla destra per l'editoriale di stamani». Ed ha aggiunto: «Non passa giorno che Berlusconi e la destra non attacchino chi esprime opinioni diverse e non gradite: un giorno è la Confindustria, l'altro i magistrati e l'altro ancora i sondaggisti. Oggi è toccato al direttore del più grande quotidiano del Paese».
Per Antonio di Pietro l'editoriale di Paolo Mieli è la prova provata che «ormai tutte le categorie, prima i sindacati, poi la Confindustria e le altre associazioni e infine il sistema dell'informazione prendono atto che il modello berlusconiano di governo arricchisce pochi e impoverisce molti». «Chapeau, giù il cappello» è l’apprezzamento di Fausto Bertinotti che non solo ringrazia Mieli per le parole usate nei confronti suoi e del suo partito ma elogia soprattutto la scelta di dichiarare la posizione del Corriere: «È un'operazione di trasparenza assolutamente importante nella democrazia. Vorrei che facesse scuola». Un editoriale «importante» sottolinea l'esponente del Prc, anche perché «toglie ogni spazio a progetti di grosse koalition» .
«L'attestazione di stima ci sembra fondata - ha commentato con ironia Giuliano Amato - leggendolo pensavo: beh, però, forse ha ragione». Segno di quanto il «premier abbia scontentato tutte le parti», secondo il segretario dei comunisti italiani, Oliviero Diliberto, pronto per il faccia a faccia con il premier domani. Incassata l’affermazione di essere «la novità più rilevante di questa campagna elettorale», Enrico Boselli della Rosa nel pugno considera l’editoriale «una scelta di trasparenza nello stile giornalistico anglosassone. Una preferenza che nasce innanzitutto dall'esigenza di voltare pagina rispetto ai risultati deludenti dell'attuale governo».

Ricorda che così fanno le principali testate del mondo anche il presidente emerito Francesco Cossiga che definisce il corsivo di Mieli «una testimonianza della indipendenza effettiva di un giornale e della funzione democratica della stampa».

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