«Siamo noi gli angeli custodi dei capolavori dimenticati»

S e vi capita di addentrarvi nel parco di via De Amicis, costeggiando le rovine di uno dei maggiori anfiteatri romani dell’Italia settentrionale; o di ammirare gli affreschi cinquecenteschi del Luini o di Lomazzo nella chiesa di San Maurizio in corso Magenta; o di perdervi negli oltre duemila dipinti del Novecento, da De Chirico a Sironi, da Fontana a Morandi, appartenuti ai collezionisti Marieda Di Stefano e Antonio Boschi e oggi conservati nel palazzo anni ’30 progettato dal Portaluppi a pochi passi da corso Buenos Aires; se vi capita di visitare questi luoghi, spesso invisibili o dimenticati, è anche per merito loro. Sono i “Volontari per il patrimonio culturale” del Touring Club Italiano, che dal 2005 a oggi garantiscono l’apertura di musei, monumenti storici e siti archeologici della Lombardia, pubblici o religiosi, altrimenti chiusi al pubblico o aperti solo occasionalmente: dalla chiesa di Sant’Antonio Abate a Milano, alla Basilica Palatina di Santa Barbara a Mantova, dal Museo della Certosa di Pavia alla chiesa di Sant’Agnese nel Lodigiano.
«L’idea è nata nel 2005, dopo il grido d’allarme del soprintendente dei Beni archeologici della Lombardia, che annunciando il completamento degli scavi dell’Anfiteatro romano in via De Amicis, lamentava l’impossibilità di aprirlo al pubblico per mancanza di personale – spiega GianMario Maggi, console del Touring Club Italiano -. Così io e il presidente del Touring, Roberto Ruozi, in accordo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali della Lombardia, ci siamo inventati i “Volontari per il patrimonio culturale”: persone preparate che offrono il loro tempo per divulgare e rendere accessibili i beni artistici del nostro Paese».
Da una trentina di volontari all’Anfiteatro ha preso così il via l’iniziativa «Aperti per voi», poi estesa ai comuni di Mantova, Cremona, Lodi, Crema, Pavia, Trieste, che oggi conta 411 volontari, tutti soci del Touring Club, che dal 2005 a oggi hanno aperto 16 luoghi, visitati da oltre 240mila turisti. «Vengono da ogni parte del mondo, Svizzera, Spagna, Germania, Gran Bretagna, Russia: diventa un’occasione di scambio tra culture diverse». Giorgio Dugnani, 70 anni, è volontario da due anni «e socio del Touring da una vita».
Giornalista in pensione, specializzato nel turismo, per Dugnani il volontariato è «un’occasione per dare un significato ai tesori che abbiamo in Italia». «È inutile – spiega - investire capitali nei beni culturali se poi questi rimangono chiusi per carenza di risorse umane. Con questa iniziativa si dà la possibilità a tutti di apprezzare e conoscere il nostro patrimonio artistico». Dello stesso parere è Renata Verrone, 40 anni, milanese, volontaria da dicembre: «Avevo iscritto mia figlia alla sezione junior del Touring, e quando ho saputo dell’iniziativa ho voluto dare il mio contributo – spiega -. Lavorando in banca, ho dato la mia disponibilità nei weekend, due pomeriggi al mese. Mi è sembrato un buon modo per impiegare il tempo libero, finalizzandolo ai miei interessi di sempre: andare alle mostre, visitare luoghi d’arte». Tra i più giovani anche Cesare Santelia, 33 anni: «Lavoro in un’agenzia di assicurazioni, e il sabato quando posso do una mano anch’io. È un servizio utile e poco oneroso». Spesso i siti li segnalano i soci, come la Chiesa di San Maurizio che dal 2006, grazie ai volontari, è aperta tutti i giorni con oltre 50mila visitatori all’anno. Spesso, invece, è la parrocchia o il Comune a chiedere il loro intervento. «Da un mese, su richiesta del Comune di Milano – spiega Maggi -, abbiamo aperto quattro nuovi siti: il Museo dello scultore Francesco Messina, l’Anfiteatro Romano, la Casa Boschi Di Stefano e la Cripta di San Giovanni in Conca. Tutto questo grazie al contributo di 240 volontari». Motivati, ma anche preparati: per diventare volontari non basta dare la propria disponibilità, che varia da un minimo di 8 ore al mese, fino a due-tre volte alla settimana.
Occorre seguire un corso di formazione, partecipare alle visite guidate, conoscere le norme di sicurezza e di conservazione dei beni. «Nella chiesa di San Maurizio – racconta Maggi - un volontario si è accorto di una grossa macchia di umidità: si era rotto un canale di scolo dell’acqua piovana. Abbiamo provveduto subito a rimediare al danno». In alcuni casi il Touring non si limita a garantire l’apertura dei luoghi, ma organizza mostre, concerti, visite guidate, letture.

«Stiamo lavorando per estendere l’iniziativa in Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, fino al Lazio – prosegue Maggi -. E dal prossimo anno ci piacerebbe coinvolgere le università, a partire da quelle che hanno corsi di laurea in Beni Culturali».

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