Siena senza pietà detta subito legge Cantù lontanissima

SienaQuando Shaun Stonerook getta l'arpione per andare nella santabarbara nemica, Siena brinda alla vittoria (100-75) che porta verso lo storico quinto titolo consecutivo sentendo scoppiare i petardi sotto le lamiere di un palazzo antico. Anche il nuovo sindaco Ceccuzzi, come il vecchio ed appassionato Cenni, che siede fedele di fianco a Rosanna Minucci, la zarina, si alza per intonare con la gente del palazzo il canto della Verbena che sarà la musica del cuore per una corsa scudetto che è appena cominciata, ma potrebbe essere già finita.
Il primo sorso di birra è sempre meraviglioso, come la prima vittoria in una serie scudetto. Cantù non si veste da vittima sacrificale, mette in campo quasi tutto, peccato che Leunen e Micov non siano stati di guardia alla polveriera come gli altri, ma scopre che i tentacoli da cui ripararsi sono davvero troppi, e alla fine deve lasciare anche l'illusione di non essere maltrattata come succede a tutti nelle partite che contano con l'unica squadra che conta davvero da noi.
McCalebb (15) e la sua gioia di correre e vivere, Lavrinovic (15) e la sua torre da dove avvista il nemico e poi lo abbatte con la fiocina. Tutti agli ordini del capitano Hacab Stonerook che la sua balena bianca la insegue soltanto in Europa perché qui si prende tutto quello che vuole e nei record di Siena c'è sempre un ricciolo del grande capo che poi guida anche la mattanza verso i 100 punti.
Giocare bene contro Siena non basta. Ci vuole una pelle che non soffra l'esposizione al contatto con la piovra urticante che è il simbolo della difesa Montepaschi. Quando Pianigiani ordina il ritmo da battaglia vedi soffocare Leunen e Micov, vedi Mazzarino girare troppo lontano dai blocchi. Bevuta questa acqua salata poi diventa difficile arginare gli spietati campioni d'Italia che hanno davvero la forza di intimidire qualsiasi difesa perché chiunque vada all'attacco colpisce e fa male: la consapevolezza di essere dalla parte giusta della battaglia.
Trinchieri diceva che il solco lo scavano sempre i soliti e il turbo McCalebb, come il primo Lavrinovic, subentrato a Michelori, hanno fatto bei danni, 9 punti in fila il lituano, ma sono state le rasoiate puntuali di Carraretto (13), Ress (8), dello stesso Michelori(10) al rientro a tenere Cantù sempre sotto l'acqua fra i tentacoli del polipo tricolore.
Siena segue la sua tabella di marcia nei primi 20 minuti dove Cantù non ha mai dimostrato di sentirsi vittima come tutte le altre sorelle d'Italia, ma se in attacco segni 44 punti e vai a canestro con il 50 per cento dei tiri ti aspetteresti di essere in partita e non 55-44 dopo 20' perché il tuo incubo è il 68% al tiro di chi ricama e trafigge.
Il primo sorso di acqua pesante tiene per molto tempo Cantù in rincorsa e questo costa, se pensi che il fiocinatore Kaukenas entra a 2' dalla fine del primo quarto. Trinchieri spreme 21 punti dalla sua panchina dove ha tenuto Mazzarino per i primi minuti preferendogli il più prestante Markoishvili, ma Pianigiani ne trova 33 dai suoi polipi di "riserva".
Nel terzo quarto trova perle anche Kaukenas, mentre Bo Bolt McCalebb e Lavrinovic salgono a 15 punti personali, gli stessi del primo strappo forte dopo 4'. Sul meno 19 Cantù prova a non deprimersi e Markoishvili l’aiuta con il suo furore a tenere nel dignitoso meno 13 il finale del tempo (72-59).
Il quarto atto non serve quasi più a niente.

Accademia e vecchi merletti dandosi appuntamento a domani per gara due, quella che di solito decide davvero tutto e anche con tutto l'ottimismo possibile è difficile credere che non andrà ancora allo stesso modo pur riconoscendo a Cantù il merito di aver reso frizzante l'umidiccio del Palestra.

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