Gian Marco Chiocci
nostro inviato a Salerno
Falce e manganello. Simbolicamente parlando è questo il nuovo credo e logo politico di un vecchio comunista, Vincenzo De Luca, ridiventato sindaco di Salerno con una lista civica che nel programma ha puntato sulla tolleranza zero alla microcriminalità. Obbiettivo: frenare le perdite di consenso legate agli avvisi di garanzia di mezza giunta di centrosinistra e alle richieste d'arresto nei suoi confronti avanzate tre volte dal pm e tre volte respinte dal gip.
Un Rudolph Giuliani in salsa campana, una sorta di Cofferati meridionale che ha raccolto consensi straordinari persino nell'ultradestra. Un primo cittadino già ritratto sui muri come l'ispettore Callaghan che se ieri criticava la Bossi-Fini oggi ha deciso di usare il pugno di ferro e il manganello di gomma per ripulire la città campana dagli immigrati irregolari, dagli zingari, dagli accattoni, dagli ambulanti, dai posteggiatori abusivi. Un podestà in camicia rossa che in un impeccabile blazer blu ieri mattina ha passato in rassegna le truppe motorizzate della polizia municipale per consegnare loro i primi trentasette sfollagente (38 euro cadauno) sui 225 commissionati che entro fine mese saranno nella disponibilità di tutto il corpo insieme ai giubbotti antiproiettile, ad eccezione dei soli superiori che si difenderanno con la rivoltella alla cintola.
Salerno come New York, o come Bologna, come Padova. Provvedimenti da Federale, da uomo nero. E la politica locale? La destra plaude senza far rumore ad un'idea che De Luca le ha scippato abilmente e di cui non si rammenta più la primogenitura. Nella maggioranza timida Rifondazione. Nessun altro alza la mano per dire mezza parola, salvo concordare sul non chiamare le cose con il loro nome: quell'arnese che da sempre a sinistra è comparato all'olio di ricino e ai pestaggi antagonisti della «polizia cilena», non è assolutamente un «manganello» bensì una «mazzetta di segnalazione» per far capire l'andazzo a balordi e delinquenti. Centra - dice il primo cittadino - il bisogno di restituire serenità ai cittadini stanchi degli scippi, delle prepotenze, degli abusi, delle rapine quotidiane come quella all'Antonveneta di corso Garibaldi negli stessi istanti in cui poco lontano De Luca con una mano si congratulava coi bobbies e con l'altra consegnava il randello d'ordinanza.
Il paladino della legalità va dritto per la sua strada. Ha già firmato ordinanze di sgombero di una carovana di gitani parcheggiata dirimpetto lo stadio Arechi. Si è inventato le ronde interforze nel blitz «Lungomare pulito» per spazzar via indesiderati e clandestini extracomunitari che dettano legge fino alla sottopiazza della Concordia. Vuol ridisegnare la mappa dei parcheggi per regolarizzare controllori non autorizzati. Ha fatto abbattere capanne abusive sulla spiaggia. È intenzionato a render più sicura la «movida» nel centro storico salernitano dove le risse fra ragazzi e i pestaggi ai vigili rendono invivibile il cuore dello struscio cittadino. «È vitale riprendere in mano il territorio, il controllo delle piazze e dei parcheggi», sono parole di De Luca. «Serve un'operazione di tolleranza zero nel modo più fermo».
Poche le voci fuori dal coro, e quelle poche hanno spaccato in due la Cgil: Angelo Rispoli è il leader della corrente di pensiero del «più uomini, meno manganelli» insieme a Franco Tavella, che dice: «Sbaglia chi individua la presenza di illegalità solo negli extracomunitari, gli abusi e la microcriminalità si tingono ogni giorno di "colori" diversi». De Luca ha poi battibeccato a distanza con la collega Rosa Russo Iervolino contraria all'iniziativa dal sapor di panacea: «Io sono abituato a pensare alle cose di casa mia e comunque noto come il territorio di Napoli sia tenuto in ottime condizioni. Loro hanno problemi enormi di sicurezza e non possono dirci cosa è giusto e cosa non lo è. Vorrà dire che per risolvere la drammatica situazione a Forcella e Scampia manderanno cesti con petali di rose».
Il sindaco-sceriffo non maneggia la 44 magnum dell'ispettore Callaghan ma con le parole ci sa fare: «Qualcuno crede che basta fare esercizi spirituali di fronte a uno straniero abusivo che ti minaccia con una bottiglia rotta. Io non la penso nello stesso modo, la città deve reagire». Avanti popolo, alla riscossa.
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