Marianna Bartoccelli
da Roma
Si tratta del classico «annacamento siciliano». Che tradotto vuol dire massimo movimento per ottenere un minimo spostamento. Così molti della Margherita che dalla Sicilia occupano posti di rilievo al quartiere generale di largo Nazareno a Roma, definiscono la posizione dei loro alleati ds laggiù nellisola per trovare il candidato alle primarie per le elezioni regionali.
Decisa la data, 20 novembre, decise le modalità, forti dellesperienza delle primarie per Prodi dove si sono ripetute le lunghe code del resto dItalia, ai Ds di Sicilia manca però il candidato. E per uscire fuori dallangolo nel quale sono stati messi dagli alleati più forti, la Margherita, che presenta Ferdinando Latteri e da quelli più deboli, che per arrivare al 5 per cento sono stati costretti a mettersi insieme ( Sdi, Rifondazione, comunisti italiani, Italia dei valori, verdi e Primavera siciliana) e candidano Rita Borsellino, oggi si trasferiscono a Roma nella sede di via Palermo (!) convocati da Piero Fassino.
Prima discuteranno tra loro e subito dopo è previsto un incontro con i vertici dellUnione o quanto meno con la Margherita. La questione è ormai di interesse nazionale e verrà affrontata in sede nazionale visto che i rutelliani non intendono rinunciare a decidere del proprio candidato in Sicilia e minacciano ripercussioni sulle liste unitarie che dovranno fare per le nazionali. Intanto è stato convocato il direttivo per venerdì alla presenza di Marini dove verrà ufficializzata la candidatura di Latteri, mentre i Ds hanno spostato il loro comitato regionale previsto per domani e che certamente dovranno fare prima del 6 novembre, ultimo giorno per presentare le candidature. La situazione sembra essere precipitata dopo che, proprio per dire basta all «annacamento dei ds», Rutelli e Marini, guidati dal siciliano Rino Piscitello, hanno deciso di indicare il proprio candidato. E stavolta intendono andare sino in fondo e non farselo bruciare dai niet dei Ds, come è stato per Sergio DAntona. Il candidato, Ferdinando Latteri, il rettore catanese che lanno scorso ha abbandonato la Cdl per approdare a sinistra, è un uomo di centro, in grado - dicono - di competere con Totò Cuffaro. Un nome deciso per stoppare quello che i gruppuscoli e parte dei Ds avevano ormai lanciato senza consultare né i dirigenti della Margherita né quelli dei Ds: Rita Borsellino, la sorella del magistrato ucciso che da più di dieci anni è tra i simboli della lotta antimafia. «Il problema è che in Sicilia tutto diventa tragico. La soluzione migliore sarebbe che andiamo tutti alle primarie, ognuno con il suo candidato» - dicono quelli della Margherita siculo-romani. Preoccupati del fatto che si comincia a delineare lantico scontro tra antimafia e resto del mondo. E qualcuno si lascia andare a giudizi morali e non politici. Così Anna Finocchiaro ha rifiutato ogni proposta, sostenendo che lei «contro Rita» non si candida, molti ds sostengono che si tratta di una candidatura simbolica alla quale non si può opporre alcunché, Claudio Fava non ha dubbi nel sostenerla, così come Leoluca Orlando. Anche se sono in molti, anche dentro i Ds, a considerare la candidatura della Borsellino di bandiera, ma non buona per vincere. Mentre la scelta di Franco Marini e di Francesco Rutelli punta a un candidato «adatto almeno a gareggiare con la possibilità di vincere», come sostiene Rino Piscitello. Insomma i rutelliani sono schierati con la candidatura di Latteri mentre i prodiani vogliono la Borsellino. E certamente la decisione dei Ds cambierà le carte in tavola a meno che non passi la posizione di quanti dicono che è un bene andare alle primarie in ordine sparso.
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