Romano Prodi, da Bari, martedì si è subito affrettato a cercare le agenzie di stampa per dichiarare: «Mi dicono che sono successi degli incidenti a Genova durante un discorso dell'onorevole Berlusconi. Io non conosco i particolari, voglio però che la nostra campagna sia serena e deploro ogni atto di violenza, di ostilità o di insofferenza. Invito tutti alla serenità e alla calma». Un segnale fin troppo chiaro. Perché lagguato a Berlusconi ha dimostrato ancora una volta chi sta nella coalizione di sinistra e quali armi usa contro il premier. Che ancora ieri, della sua giornata genovese, ha ricordato con amarezza soprattutto gli scontri in piazza De Ferrari: «Martedì a Genova non c'è stata una contestazione nei miei confronti, ma un vero e proprio atto di eversione, di insubordinazione e di violenza. È inaccettabile che la sinistra tolleri nel proprio ambito chi pratica normalmemte la violenza per impedire ad un avversario politico di esporre i suoi programmi ai propri elettori». E ancora: «La sinistra organizza schiere di squadristi, non si tratta di spontaneismo».
Un fatto stigmatizzato anche dal coordinatore regionale azzurro, Enrico Nan, che ha aggiunto come «le proteste estremiste di Genova contro il presidente Berlusconi da parte di frange della sinistra estrema e di gruppi appartenenti ai centri sociali rappresentino oramai la costante di una fenomeno nazionale che non può più essere tenuto in considerazione da un punto di vista generale della politica». «Già nella mattinata - ha aggiunto Nan - sono stato, personalmente, fatto oggetto di gravi minacce personali da parte di alcuni personaggi che avevano già annunciato comportamenti violenti ed aggressivi. Avevo segnalato il fatto alla forze dell'ordine che erano tempestivamente intervenute e che voglio ringraziare per l'equilibrato e il responsabile comportamento tenuto».
E a conoscere la violenza della sinistra sono stati anche tanti sostenitori di Forza Italia che martedì hanno avuto la «colpa» di andare al Carlo Felice per sostenere il premier. «Alluscita dal teatro ho assistito a scene terribili - racconta uno dei tanti cittadini che hanno chiamato indignati la redazione del Giornale -. Hanno minacciato fisicamente una donna incinta e degli anziani coprendoli poi di insulti, con termini impossibili da concepire. Se questa è la democrazia che vuole la sinistra siamo messi molto male. Sono sconcertato. Alluscita del comizio la polizia ci ha fatto defluire verso Galleria Mazzini. Già lidea di essere scortati per aver assistito al discorso di un presidente del consiglio è aberrante.
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