La sinistra in vacanza da una vita

Giancristiano Desiderio

La scossa. Ma si può sapere con parole chiare e semplici che cos’è? È una cosa reale o solo una parola vuota? «La scossa, la scossa, serve una scossa» dicono a fasi alterne Romano Prodi e Piero Fassino. E non si sa bene cosa in concreto intendano con il loro linguaggio che dice e non dice, afferma e nega contemporaneamente, in barba non solo agli elettori, ma persino al principio di non contraddizione. Solitamente le parole strane e le metafore azzardate si usano in due casi: o quando si ha paura di dire fino in fondo cosa si vuole fare o quando non si sa bene cosa si vuole fare. Come andrà a finire, allora? Che la scossa la prenderà il governo. Il ministro degli Affari sociali Paolo Ferrero l’ha detto al segretario dei Ds: «Caro Piero, vuoi la scossa? Sono d’accordo, ma la scossa a cui penso io è diversa dalla tua». Fassino sostiene che l’età per andare in pensione vada alzata, mentre Ferrero pensa l’opposto: «L’età pensionabile non si tocca». È evidente: il governo Prodi ha un problema con se stesso.
Francesco Rutelli ci aiuta a capire (si fa per dire) perché il governo e la maggioranza fanno ricorso a metafore prese in prestito dal settore dell’elettricità. Il vicepremier, nonché ministro dei Beni culturali, vuole aprire una «grande discussione» coinvolgendo «l’intero Paese» per parlare «dell’organizzazione delle nostre vacanze». Perché? Perché è convinto che le ferie degli italiani vanno riviste e questa impresa titanica la vuole fare lui direttamente. La verità, però, è un’altra.
Si dice in giro, infatti, che la sua idea di far cambiare tempi e modi delle vacanze degli italiani sia stata partorita pensando soprattutto a Palazzo Chigi. Il filosofo Wittgenstein diceva che i problemi metafisici nascono quando il linguaggio va in vacanza. Si può dire la stessa cosa del governo Prodi: i problemi metafisici, eppure molto terreni perché riguardano le nostre tasche e le nostre vite, nascono perché il governo è da tempo in vacanza. Ben inteso, se c’è da adottare provvedimenti che, in modo diretto o indiretto, sono un buon affare per le coop, vedi la vendita dei medicinali da banco, il governo è presente e lavora in tempi rapidi. Se, invece, bisogna affrontare i reali problemi del Paese il governo è stabilmente in vacanza. Così accade che i problemi invece di essere affrontati e risolti sono trasformati in casi linguistici, dottrinari e ideologici.
Il senso politico del governo Prodi non è latitante, ma è un vero e proprio controsenso. Lo diceva ieri con chiarezza Paolo Del Debbio su queste pagine: il centrosinistra ha messo insieme per fare numero ciò che non può essere messo insieme per fare un programma. Come a dire che se c’è il centrosinistra non c’è il governo e se c’è il governo non c'è il centrosinistra. Un rompicapo insolubile. Eppure, siamo ottimisti. Perché, diciamo la verità, in Italia non è solo il centrosinistra ad avere problemi con se stesso, è anche la stessa sinistra che si autodefinisce con generosità riformista a non avere cultura di governo.

La sinistra riformista è sempre in vacanza.

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