Sarà che ogni volta che si parla di sinistra estrema e di scontri di piazza si pensa a Genova, ma ancora una volta i «massimalisti» alleati di Romano Prodi partono proprio da Genova per presentare il loro «conto». Non aspettano neppure la verifica dei voti, fanno finta che il leader bolognese abbia già le chiavi di palazz«o Chigi in mano, ignorano gli inviti alla cautela e alla calma del presidente Carlo Azeglio Ciampi. E chiedono che i loro sogni di «vendetta» vengano esauriti subito. La coalizione sbilanciata sulla sinistra radicale è una realtà, ma Vittorio Agnoletto vuole già una ricompensa e fa pesare la vittoria della «sua» Rifondazione Comunista. Come premio chiede la testa del capo della polizia, Gianni De Gennaro.
Lappello, è naturale, viene fatto a Genova, fuori dallaula del processo G8 contro i poliziotti accusati di abusi durante lirruzione alla scuola Diaz. «Ora che al governo cè la sinistra - spara alto Agnoletto - è arrivato il momento di far dimettere De Gennaro. È stato lui a fallire nella catena di comando durante il G8, lui è il responsabile di tutto quello che è successo». Forse bluffa, ignorando che De Gennaro era capo della polizia già durante governi di sinistra, cioè è sempre stato al di sopra degli schieramenti politici, e non è mai stato coinvolto nei cambiamenti della linea di governo. O forse lo sa benissimo, ma vuole con più forza sottolineare che ora al comando cè davvero la sinistra, che il centrosinistra non esiste e che certi diktat possono essere imposti. Infatti aggiunge: «Le sue dimissioni le abbiamo sempre chieste, ma ora che cè un governo di sinistra, questo si deve attivare per farlo dimettere. La questione deve essere posta subito sul tappeto». La «vendetta» di Genova non può aspettare, e non rallenta neppure nel giorno in cui la polizia (guidata anche da quel Gilberto Calderozzi che è tra i funzionari sotto processo per le accuse dei no global) arresta il capo della mafia.
Intanto però le parole di Agnoletto lasciano il segno. E mettono in difficoltà lUnione. «Come già accaduto in passato si registra, a pochi giorni dalle elezioni, l'ennesimo attacco ai vertici della polizia ad opera di un presunto capo-popolo, l'europarlamentare della Sinistra unitaria europea Vittorio Agnoletto, che auspica che il nuovo governo allontani De Gennaro per i fatti del G8 di Genova - ribatte il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Franco Maccari -. Riteniamo che le affermazioni di Agnoletto siano molto gravi e ci attendiamo in tempi rapidissimi una smentita da parte dei leader dell'Unione su un disegno politico che emerge in continuazione dagli ambienti della sinistra radicale italiana. Ci auguriamo che chi vuole il male dello Stato venga isolato all'interno della compagine che si appresta a governare il Paese».
Ma ormai la sindrome di Genova è una realtà difficile da controllare. I leader della guerriglia di piazza oggi sono onorevoli. E non fanno mistero dei loro programmi. Francesco Caruso, le cui conversazioni telefoniche intercettate dalla procura di Cosenza avevano chiarito la strategia dei no global e dei Disobbedienti per mettere a ferro e fuoco Genova, parla già da uomo di potere e detta le condizioni a Prodi. Mentre Haidi Giuliani è uno di quei candidati che hanno la certezza della data in cui verrà proclamata senatrice. E non si tratta di una data qualsiasi. Mamma Haidi sarà a Palazzo Madama nel giorno in cui è morto suo figlio Carlo. Il collega di Rifondazione, Gigi Malabarba, come promesso, le lascerà il posto non subito, ma proprio nel giorno della tragica ricorrenza, il 20 luglio. E lei ha ribadito che il suo obiettivo è quello di punire poliziotti e carabinieri. Nel suo programma cè la commissione parlamentare dinchiesta sul G8, per la quale è stata anche già proposta come presidente. Il Paese unito promesso da Prodi? Lei lo vede così, tutto racchiuso in un cartello portato in piazza De Ferrari per festeggiare la vittoria: «1945-2006: il Cln ha vinto ancora».
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