Siria, ancora un venerdì di sangue: 21 vittime C'è l'accordo Ue sulle sanzioni, ma non ad Assad

Scontri armati anche tra esercito e forze della sicurezza. Arrestato a Damasco il leader dell'opposizione. L'esercito lascia Daraa, ma secondo testimoni i cecchini sono ancora sui tetti. L'Europa stila la lista dei "sanzionati", tra cui non c'è Assad. Clinton: "Non è Gheddafi..."

Siria, ancora un venerdì di sangue: 21 vittime 
C'è l'accordo Ue sulle sanzioni, ma non ad Assad

Damasco - Ancora un venerdì di preghiera. Ancora un venerdì di proteste in Siria. E di morti. Stavolta l'esercito ha aperto il fuoco sui manifestanti a Homs, nel centro del Paese, uccidendo almeno 21 dimostranti. Nella città l'esercito ha anche dispiegato i carri armati. Notizie non confermate parlano persino tra scontri armati tra forze di sicurezza ed esercito siriano in cui sarebbero morti 5 militari.

Sanzioni Ue, ma non ad Assad I 27 paesi dell’Unione europea hanno intanto raggiunto un accordo politico per applicare sanzioni (congelamento dei beni e abolizione dei visti) a 13 personalità legate al regime di Bashar al-Assad. La decisione formale sulle sanzioni - che includono anche un embargo sulle armi ed è stata preceduta da una sospensione dell’erogazione dei fondi Ue destinati al governo siriano - sarà presa la prossima settimana. Oggi, l'Europa ha concordato la lista dei "sanzionati", escludendo, almeno per il momento, il presidente Bashar al-Assad. Una linea che sembra essere condivisa da Hillary Clinton. Il segretario di Stato Usa crede infatti che la situazione in Siria sia "complessa e dolorosa", ma "sappiamo che Damasco può ancora attuare le riforme e crediamo che ci sia un futuro possibile". Nel caso di Tripoli, invece, "nessuno credeva che Gheddafi avrebbe assunto una decisione del genere".

Arrestato un ex parlamentare In un un corteo in un sobborgo di Damasco, è stato arrestato intanto l’ex deputato e ora leader dell’opposizione al regime di Basher al-Assad, Seif Riad. Lo ha reso noto il figlio Jumana, spiegando che sono stati arrestati anche la figlia e un altro attivista per i diritti umani che si trovavano con lui in quel momento. Dall’inizio della rivolta in Siria il 15 marzo, sono oltre 600 le vittime civili, e quasi 10 mila le persone fermate.

L'esercito lascia Daraa La città di Daraa, epicentro delle proteste anti-regime e della repressione, rimane assediata dall’esercito e dalle forze di sicurezza.

Il quotidiano panarabo Asharq al Awsat, citando testimoni oculari di Daraa, scrive che "nonostante l’annuncio del ritiro delle unità dell’esercito da Daraa, numerosi testimoni hanno affermato che il centro abitato rimane assediato" e che si è trattato "di un ridispiegamento e non di un vero e proprio ritiro". Secondo attivisti per i diritti umani, un centinaio di persone sono state uccise a Daraa da lunedì 25 aprile scorso.

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