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Siriani alle urne nel mezzo della ribellione E Assad non lascia uscire i feriti da Homs

Siriani alle urne nel mezzo della ribellione E Assad non lascia uscire i feriti da Homs

Damasco Poco più di 14 milioni di elettori - su una popolazione di 24 milioni - sono chiamati oggi alle urne in Siria per un referendum su un nuovo progetto di Costituzione proposto dal regime che nelle sue intenzioni dovrebbe rappresentare un primo passo verso un processo di riforme democratiche e riconciliazione nazionale, ma che l’opposizione ha deciso di boicottare per protesta contro la sanguinosa repressione in atto da 11 mesi: anche ieri ci sono stati quasi cento vittime. E il bilancio potrebbe aggravarsi, visto che alla Croce Rossa è stato impedito di portar via i feriti da Homs: manca il sì di Assad. La principale novità della nuova carta costituzionale rispetto a quella precedente, risalente al 1973, è la scomparsa del vecchio articolo 8, che sanciva il ruolo del Partito Baath del presidente Bashar al Assad come «guida dello Stato e della società». Se approvata, la Costituzione dovrebbe introdurre un sistema multi-partitico con la tenuta di elezioni entro i prossimi tre mesi. Ma saranno banditi i partiti organizzati su base religiosa e regionale, con l’esclusione quindi dei Fratelli Musulmani e dei curdi.

La bozza di nuova Costituzione prevede inoltre che il presidente sia eletto per un massimo di due mandati di sette anni (Assad è al potere da 12 anni) e che solo un musulmano possa assumere la carica, nonostante i cristiani siano il 12%. Per gran parte del fronte anti-regime, comunque, quella di oggi sarà una consultazione inutile: la loro richiesta è solo una, che Assad se ne vada.

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