Sisma in Cina, i morti salgono a 19mila

A Yingxiu su diecimila abitanti i morti sono ottomila. I soccorritori nei centri più vicini all'epicentro del terremoto: terribile devastazione

Sisma in Cina, i morti 
salgono a 19mila

Eugenio Buzzetti

Tre persone su quattro, nella piccola città di Yingxiu, non hanno risposto all'appello. Il terremoto che è piombato sul Sichuan lunedì pomeriggio ha ucciso, solo qui, 7.700 persone. Dei diecimila abitanti della piccola località cinese solo 2.300 sono ancora vivi. Mille di loro riportano ferite gravi. Chi è sopravvissuto può contare su tende, viveri e medicinali paracadutati sulla città dagli elicotteri dell'esercito cinese che da ieri hanno ripreso a volare sopra le zone del terremoto. A Mianyang, poco distante, il numero dei morti è salito a 5.430, secondo le squadre di soccorso che si trovano sul posto. I dispersi sono più di mille; i feriti oltre 23mila. Le persone ancora sotto le macerie sono 18.500. Diecimila sopravvissuti sono stati ammassati in un complesso sportivo.

Una donna distribuisce razioni di riso a chiunque gliene chieda. «Semplicemente dobbiamo dare una mano - dice la donna -. Abitiamo a due passi da qui». Molti, per strada, cercano di comportarsi nel modo più normale possibile. «Che altro si può fare? - domanda una donna -. Non mi sembra che ci sia rimasto molto». A Yingxiu e Mianyang, i mezzi pubblici non vanno. Le comunicazioni sono sospese. Le poche strutture ancora in piedi sono rimaste vuote. Anche il locale supermercato Wal Mart è stato evacuato. Solo gli ospedali funzionano, anche se i medici, per sicurezza, operano all'aperto.

Yingxiu e Mianyang, come altre piccole comunità montane della contea di Wenchuan, epicentro del sisma, sono rase al suolo. Il terremoto non ha lasciato a nessuno il tempo di fuggire. Nel Sichuan, le chiamano «case di tofu». Sono le abitazioni dei contadini poveri. Il paragone con il celebre formaggio di soia cinese deriva dalla friabilità dei materiali con cui sono state costruite. Le colonne portanti delle strutture, racconta un sopravvissuto, sono piene di fango e sabbia, non di cemento. Quando la terra ha tremato, lunedì pomeriggio, si sono sbriciolate in un attimo, seppellendo tutto quello che si trovava sotto.

Ma ben più grave è la denuncia, fatta sotto promessa di anonimato da un operaio, dell’impiego di materiali scadenti nella costruzione delle scuole di Dujiangyan, sotto le cui macerie sono rimasti 900 ragazzi. «Sapevamo, quando le costruimmo nel 1994, che erano stati usati materiali scadenti per risparmiare sul denaro pubblico. Adesso mia figlia è seppellita là sotto», ha raccontato l’uomo.

Da Dujiangyan trapela anche qualche buona notizia: una donna incinta di otto mesi è stata salvata dalle macerie sotto cui si trovava imprigionata da cinquanta ore. Con lei, anche un'altra donna è stata trovata viva. Dalle macerie della scuola media locale, dove novecento alunni sono rimasti uccisi dal crollo dell'edificio, i soccorritori hanno estratto un bambino, a due giorni dalle scosse: pieno di lividi ed escoriazioni, il piccolo ha trovato la forza per sorridere ancora. Secondo l'agenzia stampa di Stato «Nuova Cina» le vittime accertate del terremoto sono 14.866, quasi tutte nel Sichuan, dove è stato localizzato l'epicentro del sisma. Il numero dei soldati impiegati nelle zone colpite dal terremoto è salito a centomila.

Neppure il clima aiuta i soccorsi: le violente piogge dei giorni scorsi hanno rallentato le operazioni e impedito ai militari di attuare il piano di salvataggio che prevedeva l'intervento dei paracadutisti cinesi. Novanta missioni speciali sono riuscite, ieri, a lanciare dagli elicotteri oltre trenta tonnellate di materiale tra beni di prima necessità, medicinali, viveri e tende. Intanto è scattata la solidarietà: lunghe file di persone, in auto, in bicicletta e anche a piedi si sono mobilitate per raggiungere i luoghi dove il sisma ha colpito con maggiore violenza e dare una mano. «Nuova Cina» mostra immagini di uomini e donne in fila per donare il sangue.

Anche il partito comunista, attraverso la radio di Stato, fa sentire la sua voce: «Il popolo e il partito - ripetono gli speaker - agiscono all'unisono per superare il disastro. Per favore, siate pazienti, quelli che stanno dietro le quinte stanno lavorando il più duramente possibile per portarvi soccorso».

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