Cultura e Spettacoli

LA SITCOM SPIA LA VITA DOMESTICA

La strada è stata tracciata da Camera Café: una telecamera fissa in un punto ambientale strategico (in quel caso la macchinetta del caffè posta nel corridoio di un'azienda) davanti alla quale sostano impiegati e dirigenti in un divertente intreccio di frustrazioni, battute e sgambetti reciproci. Vista la buona riuscita, adesso ci si prova anche con Cotti e mangiati (Raiuno, ore 20,30), in cui la telecamera è posta questa volta nella cucina della famiglia Mancini (padre noleggiatore d'auto, madre insegnante e due figli di 22 e 16 anni) per «spiare» la vita domestica e dar corso a un altro esperimento televisivo dal passo veloce e dalle intenzioni brillanti, con episodi di circa cinque minuti ciascuno che vengono testati in questo periodo per saggiarne la possibile riproposizione nel periodo invernale. Chiamatela come volete: minifiction, micrositcom o addirittura sit-reality come qualcuno ha già provato a battezzarla, fatto sta che siamo di fronte a una trasmissione che va incontro alle esigenze di produzione a costi ridotti che diventerà sempre più importante negli ultimi anni, nel solco di un risparmio economico che sembra voler partire, almeno inizialmente, soprattutto dal settore della sitcom. Per il momento l'esperimento di Cotti e mangiati va valutato con simpatia anche se, rispetto al modello di riferimento di Camera Café, manca quel tipo di «cattiveria» nella scrittura che lo ha reso popolare e amato soprattutto tra i giovani. Qui, in previsione di un pubblico familiare più composito e distribuito su fasce anagrafiche diverse, il linguaggio e lo stile degli sketch sono più morbidi, puntano più a uno sguardo teneramente divertito che alla corrosività delle situazioni, più a un'ironia bonaria che alle sferzate di adrenalina satirica. Meglio insomma dimenticare in fretta il paragone con Camera Café se non per la situazione logistica di partenza, perché per il resto la stessa recitazione dei protagonisti, Flavio Insinna e Marina Massironi, cerca la complicità del pubblico attraverso ammiccamenti e strabuzzamenti tipici dell'interpretazione tradizionale in stile sitcom, con qualche forzatura di troppo che lascia capire come la rigidità della telecamera fissa possa facilitare il lavoro della regia ma non quello degli attori. A prima vista, quattro episodi mandati in onda di seguito appaiono troppi e stemperano il piacevole effetto della velocità dell'insieme. Non facile, per il futuro, la collocazione sia oraria che di rete per un prodotto di questo tipo, che nel desiderio di accontentare indistintamente ogni tipo di pubblico rischia di non catturarne fino in fondo nessuno.

Nel frattempo, Flavio Insinna fa un po' di rodaggio in vista della probabile conduzione autunnale di Affari tuoi.

Commenti