Soccorso rosso da Al Gore: Santoro su Current

L’ex vicepresidente Usa: "Orgoglioso di trasmettere Annozero sulla mia Current t". E l’ecologismo sposa l’antiberlusconismo. Con Celentano proclami e alleanze, il conduttore si promuove come martire

Soccorso rosso da Al Gore: Santoro su Current

Soccorso rosso-verde in grande stile, linea diretta Washington-Amalfi, dal former vicepresident of United States of America al Gran Predicatore Campione della Libertà of Italy, un premio Nobel e un aspirante Pulitzer, con qualche chance di vincerlo ora che la potente lobby benpensante Usa lo sostiene. Qui c’è dietro un bel trucchetto di direct marketing di quei furboni di Current tv, ma facciamo finta di crederci, che è più bello, crediamoci che Al Gore segua con partecipazione le pressioni antidemocratiche su Michele Santoro da Salerno (South Italy), e che, interrompendo il monitoraggio sullo scioglimento dei ghiacci causa effetto serra e il destino degli orsi bianchi, si metta a dichiarare in una domenica di marzo (freddissima nonostante il riscaldamento climatico) che «siamo orgogliosi di diffondere un importante programma d’informazione come Annozero, specie nel momento in cui altri canali non lo fanno».

Un caso internazionale ormai, Santoro, un genio della comunicazione e dell’autopromozione, il Celentano dell’informazione italiana, attualmente in tour con lo show Rai per una notte, tre giorni prima delle elezioni, sul web e sulle tv amiche della libertà come Current tv (canale Sky 130), in barba al regime e alla par condicio. Ora, che una modesta bega interna come la provvisoria interruzione di un talk show diventi questione di diritto internazionale, lascia perplessi. Qui contano i due personaggi, quello nostrano e quello americano, due istrioni completamente presi da se stessi, anche se lontani anni luce. Uno ha fatto fortuna col fumus persecutionis usato a proprio vantaggio, l’altro pure, ma su scala mondiale, adopera il medesimo cliché, e pur essendo campione del mondo wasp (white anglo-saxon protestant), dell’America ricca e borghese, frequenta la mitologia delle «verità scomode» (titolo di un suo documentario premiato con l’Oscar sull’allarme climatico), dell’eterno rischio razzismo, dell’ecologismo, del pacifismo, della Rete come fonte di informazione vera e pura contro gli asserviti network ufficiali (di cui peraltro è titolare lui stesso). Insomma il brodo di cultura del santorismo, più modesta e locale versione della medesima cultura, e che andrà a nozze con Al Gore sposandosi sul web giovedì, con la messa cantata contro il governo che spegne le tv ribelli. Un bellissimo slogan per vendere entrambi i prodotti, il santorismo (che si rivende su più mercati, anche quello politico nel caso le cose si mettano male), e l’«algorismo», sotto forma di Current tv, la rete creata nel 2004 insieme all’imprenditore e avvocato Joel Z. Hyatt, finora (almeno in Italia) piuttosto sottotraccia se non per qualche exploit con docufilm di genere travagliesco-santoresco tipo il sopravvalutato Videocracy, oppure Citizen Berlusconi, oppure l’Affaire Mondadori, come si vede tutte variazioni sullo stesso tema.

Prove tecniche di Ulivo mondiale, esperimento di agricoltura Ogm già fallito da tempo, dal tempo di Prodi, Clinton e Blair, ora tocca ai loro vice o epigoni più o meno credibili. Come quando Furio Colombo, altro illustre esponente del mondo alternativo-chic che si muove tra Manhattan e i palchi arrangiati con striscioni viola e bandiere di Di Pietro, raccontò delle preoccupate telefonate dagli Usa di Ted Kennedy, che all’ex uomo Fiat negli States confidava il suo disappunto per mr. Berlusconi e il suo rimpianto per i fasti democratici di mr. Prodi. L’eroismo però gioca brutti scherzi.

L’allarmismo climatico di Al Gore ne ha fatto un bersaglio della stampa negli Usa e in Gran Bretagna. Il Weekly Standard una volta uscì con Al Gore nudo in copertina e, dietro, due orsi bianchi che se la ridevano. Il Guardian invece fece un’inchiesta da cui venne fuori che la villa dell’ultraverde Al Gore consuma elettricità come venti famiglie americane. E anche Santoro non è che se la passi meglio quanto a popolarità (vedere gli striscioni di piazza San Giovanni).

Però il pubblico vuole quel copione, e tra catasrofismo ecologico e martiriologio mediatico, va accontentato. Se ad Al Gore ha fruttato il Nobel per la Pace, il più modesto Santoro potrà puntare all’Oscar come miglior attore.

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