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«Società ingestibile», un flop la caccia a nuovi soci europei

All’appello hanno risposto picche British Airways, Lufthansa, Iberia e Air France. Le uniche offerte per rami d’azienda non legati al volo

da Milano

Un «no» variamente declinato. Questo quanto raccolto dal commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi dai suoi pari grado comunitari alla richiesta di entrare nella compagnia di bandiera. «Nein danke». «No, gracias». «No, thanks». «Non». I francesi non hanno ringraziato.
E dire che Fantozzi comunque ce l’aveva messa tutta pur di coinvolgere le compagnie aeree straniere nel rilancio del moribondo vettore italiano; nell’arco delle ultime 48 ore, stretto spalle al muro dallo spettro del fallimento, il professore, avvocato, ex ministro e Cavaliere di gran croce si è seduto alla scrivania, ha preso il telefono e ha chiamato personalmente i presidenti di Air France, Lufthansa e British Airways. Possiamo solo immaginare con quali giri di parole abbia tentato di convincere i top manager di aziende sane a investire nel baraccone tricolore. Sappiamo solo che non ha avuto successo: chi fornendo un’analisi particolareggiata, chi trincerandosi dietro uno sdegnato silenzio, tutti hanno declinato l’offerta di entrare in Alitalia. E probabilmente qui le facce estasiate dei dipendenti, che alla notizia del ritiro dell’unica offerta che poteva salvare il loro posto di lavoro festeggiavano, non ha aiutato a piazzare il prodotto; del resto è come cercare di vendere una squadra di calcio i cui giocatori esultano per gli autogol.
Questa volta niente analisi tecniche, niente aperture a piani di investimento o strategie finanziarie: il no è arrivato secco e inequivocabile. Per togliere ogni dubbio la British Airways ha voluto sottolineare di «non essere in alcun modo interessata, nemmeno all’acquisto di una quota minoritaria».
Più tecnici e prodighi di particolari i tedeschi di Lufthansa che, interpellati al riguardo, hanno commentato con squisito tatto teutonico: «Alitalia è ingestibile. Con il cospicuo debito che ha, avrebbe prima bisogno di una profonda e seria ristrutturazione, ed è per questo che Lufthansa non ha fatto un’offerta di acquisto nell’ultimo anno».
Più possibilisti, ma comunque lapidari nell’escludere un intervento nell’immediato, gli spagnoli: «Iberia non è interessata all’Alitalia - fanno sapere -. Per ora siamo impegnati su due diversi fronti di consolidamento: interno, con la fusione delle compagnie Vueling e Clickair di cui possediamo il 20%. Poi siamo in trattativa per la fusione con British Airways». Nessun interesse in Alitalia? «Queste operazioni non escludono altre. Ma per ora Iberia è impegnata in questi due fronti. E in nessun altro».
Ma il no più sonoro è stato quello non pronunciato: chi si aspettava un ritorno di fiamma da parte dei francesi di Air France-Klm è rimasto deluso: a parte la risposta - negativa - data dal presidente della più grande compagnia aerea del mondo al povero Fantozzi, neanche un commento pubblico è infatti giunto dai cugini d’oltralpe.
«Alcune offerte - ha ricordato ieri Fantozzi - sono pervenute in relazione a rami di azienda diversi dall’attività di volo e sono oggetto di attenta valutazione e negoziazione, così come quelle per i preziosi asset aziendali».

In soldoni, i concorrenti europei sono pronti a comprare pezzi di un’Alitalia smembrata, ma senza accollarsi i grattacapi del corpo centrale dell’azienda, i servizi di volo. Perché il quarto mercato turistico al mondo fa pur sempre gola, ma non abbastanza da far andar giù un miliardo e mezzo di debiti.

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