Confesso che la notizia dei 10.000 euro elargiti recentemente a Don Gallo dalla Regione Liguria per il suo compleanno mi aveva riempito di gioia. Non tanto - lo ammetto - per l'interessato che di denaro, a quanto si dice, ne riceve e non poco da diverse fonti, ma per la speranza che me ne è derivata di rientrare in possesso di quanto il Comune, tramite la Regione, deve da ben venti mesi ad una persona disabile della quale io sono Amministratore di Sostegno (contributo per l'eliminazione di barriere architettoniche). Tutto ciò pur riconoscendone la validità del mio diritto ma facendo orecchie da mercante ad ogni mia richiesta, con le scuse più meschine intervallate da bugie pur di non adempiere al suo dovere nei confronti di una persona sfortunata all'insegna del detto «forte con i deboli».
A casa mi hanno sempre insegnato che per prima cosa si pagano i debiti (ma possibilmente non se ne fanno); soltanto dopo si pensa al «libitum» cioè al superfluo.
Evidentemente questa filosofia non è la stessa della Regione Liguria.
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