Solita Dakar: grave motociclista italiano

Era la sua prima Dakar, che lui affrontava consapevole della difficoltà e della pericolosità del tracciato, ma affascinato dai rischi delle dune sudamericane. Ora Luca Manca, centauro sassarese di 29 anni, lotta tra la vita e la morte nell’ospedale di Calama, 1.500 chilometri da Santiago. Era partito da poco da Antofagasta e dopo 14 chilometri percorsi nella sesta tappa, gli è stata fatale una caduta con la sua Ktm nei pressi di Maria Elena, in pieno deserto cileno. Manca ha battuto violentemente la testa ed è stato subito soccorso. «Il paziente ha una commozione cerebrale, una frattura nasale e una contusione polmonare - ha spiegato poi Miguel Cortes, responsabile medico dell’ospedale dove il pilota sardo è ricoverato -. Ci preoccupa maggiormente la commozione cerebrale, che sta a sua volta provocando un’ipertensione endocranica. Le sue condizioni sono gravi». Il pilota sardo viene assistito con un respiratore artificiale e i medici stanno cercando di stabilizzarlo per poterlo trasferire in una clinica di Santiago con un’aereo-ambulanza messa a disposizione dall’organizzazione.
Manca, che si era iscritto alla Dakar dopo il secondo posto nel Rally dei Faraoni in Egitto, voleva conquistare un risultato importante. «Mi piacerebbe arrivare fra i primi cinque, gli addetti ai lavori dicono che posso farcela», aveva detto prima del 27 dicembre, giorno in cui è partito per l’Argentina. Sognava da tempo di partecipare alla Dakar, anche se di quella gara è rimasto oggi solo il nome. Luca avrebbe preferito infatti gareggiare nei deserti dell’Africa che non sulle dune cilene dell’Atacama.
La passione per le moto gli deriva dal papà, già a sei anni si dilettava con il minicross. «Giravo così tanto in giardino - aveva raccontato di recente in un’intervista - che all’ora di pranzo mia madre mi rincorreva urlando». Dopo l’inizio nel cross, il passaggio all’enduro e infine ai rally. Il primo, a 23 anni, nel Dubai. Poi un crescendo di risultati fino all’exploit egiziano. Alla Dakar era nono nella classifica generale delle moto prima del terribile incidente che ora tiene in apprensione la sua famiglia, tra cui la compagna Giuliana e la figlia Beatrice di appena sei mesi.


L’incidente riporta alla mente quelli tragici costati la vita nel gennaio 1986 al motociclista bergamasco Giampaolo Marinoni e l’11 gennaio 2005 al centauro toscano Fabrizio Meoni, alla sua ultima partecipazione alla Dakar. Corsa maledetta, visto che ha già causato nella sua storia una cinquantina di vittime tra piloti, uomini delle squadre al seguito e spettatori.

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