Sondaggio, per 7 lettori su 10 gli stranieri sono un problema

Non hanno dubbi i lettori del Giornale.it. Il risultato del sondaggio dice che il 75% ritiene un problema gli stranieri presenti in Italia. Perché delinquono, per le leggi poco o male applicate dalla magistratura, per ragioni di identità culturale. Mentre il 25% dei votanti, circa quattromila, sostiene che gli immigrati siano una risorsa per il Paese: come forza lavoro e arricchimento sociale, se ben gestiti e aiutati nell’integrazione.
Il fronte di chi è convinto gli stranieri rappresentino un problema resta ampio. Autonomista ne fa una questione di confronto con l’estero: «Considero l'immigrazione una risorsa se gestita seriamente come in Australia dove gli ingressi annuali sono legati al bisogno o meno di figure professionali e di manodopera. In Europa l'immigrazione è subìta e stimolata da forze sovranazionali, i nuovi schiavisti». Secondo Killkoms il difetto sta nell’applicazione delle leggi: «Gli immigrati si orientano verso l'Italia perché più che una carenza di leggi in materia vi è una pessima, discutibile applicazione delle stesse». Mentre Alessandro Bettoni affronta il caso dal punto di vista dei controlli: «Se vogliamo dare loro una vera speranza e se vogliamo non avere immigrati delinquenti lo Stato, le Regioni, i Comuni devono regolare i flussi. Quando vanno al di là dei flussi quelli che non sono in regola vanno mandati indietro a casa loro».
I lettori si informano e citano i dati. Valeriobio64 li usa per un’equazione: «Credo non si debba generalizzare. Comunque se gli immigrati sono il 6-7% della popolazione e i loro reati arrivano al 40% del totale qualche differenza c’è e qualche problemino lo causano». Anche wilegio si appoggia alle cifre. «Come si può parlare di "risorse" in un Paese con un tasso di disoccupazione superiore al 10% - spiega -. Lo saranno per gli industriali che possono sottopagarli, per chi li tiene in condizioni di semi-schiavitù, per i coltivatori del Sud e per altri disonesti... Ma per noi? Per noi comuni cittadini sono una concorrenza sleale di manodopera clandestina».
Pasquale Esposito, italiano emigrato in Germania, si stupisce del dibattito nel nostro Paese: «In Italia c’è una brutta abitudine. Se uno vuole buttare fuori un criminale straniero viene insultato come razzista, mentre negli altri Paesi europei puoi essere espulso e nessuno ci trova niente di male specialmente se sei un criminale». Mentre Random64 punta il dito contro l’Ue: «La questione è semplice. Abbiamo e abbiamo avuto a che fare con un’immigrazione (clandestina) selvaggia, da Paesi depressi grazie all’Europa».
Ma anche tra chi si è schierato dalla parte degli immigrati visti come una risorsa molti mettono dei paletti. La sintesi è di Gianniverde: «Chi viene a lavorare è ben accetto, chi invece viene a delinquere fuori dalle scatole alla prima infrazione». Anche Cadlonia fissa dei limiti: «Gli stranieri residenti in Italia regolarmente sono persone con le stesse dignità degli italiani. Se però sbagliano o delinquono devono poter essere espulsi». Rightwing lancia un messaggio positivo: «La risorsa prevale sul problema se la società italiana, nel suo complesso, ritrova la sua identità».

Roberto C, invece, sta dalla parte degli stranieri: «Sfruttare il bisogno e la voglia di queste persone di lavorare, usare il loro lavoro e poi pretendere dallo Stato che nelle poche ore di libertà debbano vivere nel terrore dell'espulsione, non riesco proprio a giustificarlo».

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