Il salto di qualità, le dieci righe che potrebbero segnare il mandato di Luigi Merlo e farlo diventare qualcosa in più di un semplice (e abbastanza anonimo) presidente dellAutorità Portuale, ma farlo entrare nella galleria dei presidenti che hanno segnato comunque una svolta - non dico Roberto DAlessandro, ma la lista è di quelli lì - sono arrivate laltra sera dopo la proclamazione di uno sciopero di ventiquattro ore da parte dei lavoratori del Vte in seguito allincidente che ha coinvolto un operaio ferito da un muletto, fortunatamente senza gravi conseguenze.
Diciamolo: nel suo primo periodo di mandato, Merlo è stato probabilmente troppo condizionato dal processo che ha coinvolto la gestione precedente e, a mio parere, lho sempre scritto, si è accanito troppo con le costituzioni di parte civile contro Giovanni Novi. Quindi, a lungo, la sua gestione è sembrata in qualche modo «sotto tutela», un po timida proprio per evitare qualsiasi decisione a rischio, anche perché la legge sulle Autorità è talmente farraginosa e ambigua da lasciare enormi spazi di discrezionalità e dubbi anche agli amministratori più esperti di diritto.
Invece. Invece, dallaltra sera, da quelle poche righe, nasce il Merlo bis, il Presidente. Oddio, il testo è burocratico anzichenò e non siamo di fronte a una prosa che varrà il Pulitzer al numero uno dellAutorità Portuale genovese, che pure è un giornalista: «La proclamazione dello sciopero da parte dei lavoratori del terminal VTE è totalmente difforme dalle procedure e dalle intese consolidate allinterno del Porto di Genova». E qui arriva il bello: «Ciò rappresenta un fatto molto grave di violazione delle regole e determina molti disagi operativi e allautotrasporto. Non sono accettabili iniziative spontanee al di fuori delle regolamentazioni e, pertanto, ritengo opportuno che, da subito, vi sia un chiarimento con le organizzazioni sindacali e con lazienda».
Per lappunto, dal punto di vista formale, si è letto di meglio.
E occorre dire molto chiaramente che mettere i puntini sulle i contro gli scioperi selvaggi è un dovere. Ma, nel caso di (...)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.