Sorpresa, Bud Spencer ora fa indagini come Don Matteo

IschiaUn investigatore di 120 chili. Vedremo così Bud Spencer nel febbraio del prossimo anno su Canale 5, in una miniserie in tredici puntate intitolata I delitti del cuoco, che l’attore sta girando tra Roma e Ischia. Ed è proprio sull’isola, dopo aver ritirato dalle mani di Danny Glover il premio alla carriera nella serata finale dell’Ischia Global Fest, che Bud Spencer ci racconta il suo ruolo. «Nella serie mi chiamo Carlo e sono un commissario di polizia in pensione. Decido di tornare nel posto in cui sono nato e di aprire un ristorante. Il mio è però un personaggio pieno di buoni sentimenti». Così, come camerieri, decide di assumere tre ex galeotti conosciuti in passato. Ma la nostalgia è canaglia. E perciò, quando il commissario della locale stazione di polizia, interpretato da Enrico Silvestrin, gli chiede aiuto, lui torna ad occuparsi di casi irrisolti.
Forse per imitare l’amico fraterno Terence Hill, protagonista su Raiuno di Don Matteo, forse perché in fondo «Piedone lo sbirro» non ha cancellato le tracce di dna che lo vogliono attore in difesa della legge, fatto sta che a un progetto del genere ci lavorava ormai da anni, Bud Spencer: «Solo che diverse cose sono cambiate, nel frattempo. Sono prossimo agli 80 anni, che compirò il 31 ottobre. E anche se la testa è quella di un trentenne, il corpo di anno in anno mostra piccole crepe. Le scazzottate che solo avrei potuto sostenere un paio di stagioni fa, oggi non potrei più farle. E in effetti in alcune scene erano previste botte da orbi. Ho guardato il copione, l’ho rimesso giù, ho fissato negli occhi il regista Alessandro Capone e gli ho detto: “Ragazzi, non scherziamo. Capisco che ci sono scene di comicità, nella storia, però così faremmo ridere tutta l’Italia, tanto più che ho ancora problemi a una gamba».
E indovinate come se l’è rotta, la gamba... Cadendo dalla moto. Sì, perché il Bud Spencer nazionale di pallanuoto negli anni Cinquanta, oltre al lavoro continua ad avere passioni giovanili. Per la gioia della moglie che da cinquant’anni sopporta bonariamente i suoi atteggiamenti da giovane scavezzacollo: «Del resto - dice lui - la vita va vissuta sempre al massimo. Per cui, quando ho un momento libero, mi diverto a pilotare gli elicotteri e non solo quelli. Come dice la mia paziente consorte: sono rapito da qualsiasi cosa a motore, anche il refrigeratore di casa». Una vita che Bud Spencer ha assaporato goccia a goccia. «In 80 anni, che in un bilancio esistenziale avrebbero sicuramente il segno positivo, ho fatto di tutto: tranne la ballerina d’opera». Intanto l’attore sta scrivendo, insieme con uno dei suoi tre figli, un libro sulla propria vita. «È stata talmente intensa che, ad un anno di distanza dall’inizio del primo capitolo, sono ancora fermo al mio periodo sportivo. Se continua così, i miei ricordi sul cinema inizierò a scriverli non prima di altri sei mesi».
Uno dei momenti più importanti riguarderà di sicuro il sodalizio con Terence Hill: sedici film insieme, venduti in tutto il mondo. «Nonostante siano ormai anni che non ci capita di stare più sullo stesso set, Terence ed io ci vediamo tutte le volte che lui capita a Roma. Lui è una delle poche persone che continuo a considerare un amico vero, un tipo semplice, perbene. Durante i nostri film, caso più unico che raro, non abbiamo mai litigato. Siamo sempre andati molto d’accordo. E così spesso ci viene la nostalgia e vorremmo tornare a lavorare insieme». Lo dicono da anni, ma per il momento ancora niente: «Il fatto - spiega Bud Spencer - è che se continuano a proporci i vari Lo chiamavano Trinità siamo costretti a rifiutare. Saremmo patetici. Ci vorrebbe un’idea come si deve e forse l’abbiamo trovata. Speriamo di realizzarla presto».


Intanto per il suo compleanno, Bud Spencer ci regalerà un cd di canzoni da lui scritto, intitolato Fottitenne: «In napoletano vuol dire non ti preoccupare, vivi con leggerezza. Praticamente, la mia filosofia di vita».

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