Un braciere reggi-libri. Un armadio «vestito». Un quadro che si fa lampada o addirittura appendiabiti. Una matrioska porta-ombrelli. Larredamento si veste di ironia. Lultima tendenza in materia di interni, infatti, è nascondere la reale funzione di oggetti e complementi, scegliendo forme che nulla abbiano a che vedere con luso, garantendo, però, la funzionalità, tra tecnologia, design e un pizzico di follia. È una casa che si mette in gioco quella presentata alla trentaquattresima edizione di Casaidea, dal 9 al 17 febbraio alla Nuova Fiera di Roma.
Dalla cucina al giardino, passando per bagno e salone, non ci sono limiti alla fantasia. Anzi. Limperativo è osare, cercando di costruire un personale spazio «delle meraviglie» per moderne Alice a caccia di avventure. E di mobili, che prima ancora di essere tali, siano vere e proprie incursioni nel carattere di chi li possiede. La tradizionale interpretazione della casa come biglietto da visita supera la sua stessa definizione per diventare una sorta di abitazione-diario, concedendo al visitatore una conoscenza più intima, senza il filtro di un pulito minimalismo. Dal mobilio agli «accessori» è un susseguirsi di proposte allinsegna delloriginalità, con particolare attenzione a espressioni artigianali e artistiche. Proprio la creatività è il tema del percorso «Edizione Limitata», che riunisce pezzi «unici» studiati per essere confortevoli, pratici ma anche per far riflettere.
Letteraria lispirazione di «451», braciere per libri di Bruno Mazzone, biblica quella delle sedie «Fico» a forma di foglia, realizzate in multistrato curvato da Giampietro Preziosa per Stefano Golasi. Tecnologica per «M-House», tavolo-quadro di Violetta Canitano, in pvc, alluminio e circuito magnetico per mouse. Naturalistica per «Crash» di Rosaria Copeta, seduta che ricorda una pietra spezzata. Cè un guizzo fumettistico da Joker nel «VAsso di fiori» di Massimiliano De Falco, a forma di carta da gioco. Si gioca pure in cucina, cuore tecnologico e multiculturale della casa. È sempre più diffusa, infatti, la presenza di attrezzi legati a altre culture culinarie. Tra utensili in materiali diversi, dalla plastica colorata alla ceramica, dal legno al metallo, spicca «Giulietta e Romeo» di Riccardo Schweizer, che nella sua apparentemente chiusa rotondità nasconde due set di piatti impilati in gres decorato a mano con oro, platino e rame. Per un romanticismo di lusso.
Non mancano monitor interattivi multimediali per gestire elettrodomestici e consultare ricettari on line. E ancora, piani cottura digitali. La natura torna ad essere protagonista nelle contaminazioni di «Secondavita: il riciclo, il riuso, il ridisegno», viaggio nel «ri-design» con trentadue prototipi di artisti, designer e artigiani. Si va dal «pianta-abiti», che appende giacche e cappotti su attrezzi da giardino, al pouf «Yellow Factory», fatto di balle di fieno e pvc.
È dedicato al design del domani il primo Festival del Progetto «Cose, Case, Città», concorso di video italiani e stranieri su design e architettura. La premiazione avverrà sabato 9, in occasione dellinaugurazione della mostra.
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