Marianna Bartoccelli
da Roma
Non sarà certo un ministero facile quello di via Arenula, malgrado il nuovo Guardasigilli si proclami «ministro di equilibrio». Ad amministrare la giustizia, oltre a Clemente Mastella, nuovo ministro, ci saranno tre sottosegretari con storie decisamente diverse. Un ritorno quello di Luigi Scotti (capo ufficio legislativo con il governo Dini e con il primo Prodi), presidente del Tribunale di Roma, di Magistratura Democratica e in quota Pdci. Due le new entry: il garantista Luigi Manconi, noto per le sue battaglie per i detenuti, in quota Ds e sostenitore della grazia a Sofri; e lavvocato Luigi Li Gotti, da tre anni ormai responsabile giustizia del movimento di Di Pietro, conosciuto come difensore di molti imputati nei processi per terrorismo (da Piazza Fontana a Moro) e legale della famiglia Calabresi, contrario alla grazia per Sofri. Noto anche per essere stato il legale dei pentiti di maggior rilievo, da Buscetta a Brusca. Lunga storia quella di Li Gotti, nato politicamente tra le file dellMsi. Giovanissimo, è consigliere comunale in Calabria. Rompe con il partito di Fini nel 2001 e passa con Di Pietro. Dopo la legge sui pentiti diminuisce drasticamente i suoi assistiti e tiene soltanto Giovanni Brusca: «Per stare dietro ai suoi 40 processi ho bisogno di molto tempo», spiega in una intervista al Giornale nel 2001. Da oltre tre anni non si occupa più di pentiti, segue altri processi ma soprattutto pensa alla politica. «Scala» lItalia dei Valori dellex pm Antonio Di Pietro e ne diventa il responsabile giustizia.
Nello stesso partito, eletto senatore, cè pure quel Sergio De Gregorio che ieri laltro aveva minacciato Prodi di fare mancare il suo voto se non fosse stato istituito il ministero per gli italiani allestero da affidare allIdv. Del resto De Gregorio è il presidente dellassociazione Italiani nel mondo. Minaccia poi rientrata. De Gregorio ha in comune con il sottosegretario Li Gotti la vicenda della crociera del pentito Buscetta. Giornalista napoletano di punta di cronache giudiziarie, nellagosto del 1995 scopre grazie a una soffiata che «don Masino» Buscetta, allora pentito numero uno, è in crociera con la famiglia. Il legale di Buscetta era proprio Li Gotti, che ricorda oggi come comunque il suo «cliente» non sia mai stato processato. Quindi la sua, più che una difesa, era una «assistenza».
Adesso, visto che sarà uno dei tre sottosegretari alla Giustizia del governo Prodi, «metterà da parte la sua professione» e si preoccuperà soltanto di riforme.
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