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S&P prende la scure: declassate sette banche

Colpite anche Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Bnl. Frattini: "L’economia non dipende dalle agenzie di rating"

S&P prende la scure:  
declassate sette banche

Standard & Poor’s colpisce ancora. Dopo aver tagliato il giudizio sul debito sovrano dell’Italia da A+ ad A, ha abbassato conseguentemente il rating di sette banche italiane, tra le quali Intesa Sanpaolo (incluse tre controllate), Mediobanca e Bnl, controllata da Bnp Paribas. Il giudizio, anche in questo caso, è passato da A+ ad A, con outlook negativo. Rating confermato ad A, ma outlook rivisto da stabile a negativo per altre otto banche, Unicredit e Istituto per il credito sportivo comprese.

Secondo l’agenzia, il taglio del rating si è reso necessario per allineare al livello dello Stato (appunto da A+ ad A) quelle banche che hanno almeno il 40% dei propri attivi sul mercato domestico e sono così più sensibili all’andamento dell’economia del Paese. Un automatismo, un riflesso condizionato ha prevalso su una serena valutazione dei fondamentali. Gli analisti di S&P avevano infatti parlato di un possibile «meccanismo di trasmissione» del downgrade sulle banche italiane attraverso il calo del valore dei titoli di Stato nei portafogli degli istituti.

Le banche sono perciò costrette a scontare per il proprio finanziamento le conseguenze di una decisione che aveva un sapore più «politico» che «tecnico». Infatti, S&P ha mantenuto l’outlook negativo per poter eventualmente tagliare ancora nei prossimi 12-18 mesi, in seguito a nuove revisioni del giudizio assegnato al nostro Paese. Senza contare un pessimismo generalizzato relativamente a un «ulteriore deterioramento dell’ambiente operativo ed economico» del settore bancario. «Ritengo che l’economia italiana non dipende dalla valutazione di agenzie di rating come questa», ha minimizzato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’intervista alla Bbc.

Un’analoga operazione (taglio da A+ ad A) è stata compiuta nei confronti della Cassa depositi e prestiti e di Terna in virtù della loro maggioranza pubblica (entrambe sono controllate dal Tesoro).

Confermato il rating su Enel, che ha sempre Via Xx Settembre come azionista di maggioranza relativa.

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