Spalletti punge Totti: "Deve migliorare"

«Ha due lacune: gli servono nervi saldi e più intensità in allenamento». Così l’allenatore scatena i tifosi

Spalletti punge Totti: "Deve migliorare"

Roma - Poco importa, come dice Luciano Spalletti buon conoscitore dell’ambiente dove ha giocato e allenato, che «a Empoli bisognerebbe girare lo spot su come si fa calcio». Oggi la sfida tra i biancazzurri e la Roma sarà l’unico anticipo della serie A a porte chiuse: montati tutti i tornelli, è risultata decisiva l’assenza delle barriere di prefiltraggio fisse, dunque divieto di ingresso anche per gli oltre tremila abbonati. Il nuovo decreto parla chiaro, così la stretta di mano e lo scambio di maglie tra Richard Vanigli e Francesco Totti - a un anno esatto di distanza dal fallo dell’empolese che causò il lungo infortunio al capitano della Roma - sarà a uso e consumo delle televisioni e delle 700 persone (i gruppi delle due società, giornalisti e dirigenti) ammessi al «Castellani».
Alla vigilia del suo ennesimo ritorno da ex in Toscana, Spalletti punzecchia proprio Totti. «Sa fare molte cose, il numero di gol segnati e l’apporto che dà alla squadra ne sono il segno. Ma deve stare attento a migliorare, perché i campioni come lui possono farlo. Un paio di lacune le ha». E a chi gli chiede se possano essere i nervi saldi e una maggiore intensità negli allenamenti, il tecnico della Roma risponde: «Forse possono essere due cose giuste, ma lui sa cosa penso e sono cose che rimangono tra noi per una questione di correttezza e di rapporti».
La critica costruttiva di Spalletti al simbolo giallorosso (l’unico romanista ad aver fatto gol a Balli, attuale portiere dell’Empoli, ndr.) suscita subito furiose discussioni nell’etere romano. Guai toccare il capitano, elogiato anche dal calciatore del Lione Juninho - suo avversario in Champions mercoledì - che lo ha definito «uno degli ultimi grandi numeri dieci del calcio mondiale». All’Europa Spalletti ancora non pensa. Prima c’è Empoli, con l’emergenza difesa - non convocati Chivu e Mexes - ma anche con una buona tradizione (quattro vittorie in sette partite). E l’ultima sconfitta (ottobre ’05) porta la firma di un altro ex, Tavano, oggi forse titolare.
In chiusura l’allenatore della Roma elogia il lavoro di Pancalli («è la persona giusta per il ruolo che ricopre e spero rimanga con noi a lungo») e poi commenta il ritorno alla normalità del nostro calcio.

«È possibile che si dimentichi troppo facilmente quanto accaduto, ma mi sembra che stavolta qualche segnale più forte sia stato dato: ho visto totale impegno da parte del governo e delle società. Certo, serve più autorità rispetto a prima».

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