Se la cosa può consolare, anche uno come Massimo Artuso, che di mestiere fa il project manager televisivo, ha passato la giornata di ieri a cercare di venire a capo del caso scatenato dal passaggio totale al digitale terrestre. Che sarebbero state ore complicate se lo aspettava. Ma non così tanto. Alle centinaia di migliaia di milanesi e lombardi che da venerdì sera sono sprofondati nelle tenebre televisive, dà un consiglio semplice: non perdete la calma. Prima o poi riuscirete a rivedere i vostri programmi preferiti. Tradotto in indicazioni concrete: 1) risintonizzate il televisore; 2) aspettate qualche giorno; 3) se il problema persiste chiamate l’antennista.
Si può capire che diavolo è successo?
«Beh, direi che indubbiamente l'impatto tecnologico del passaggio al digitale è stato sottovalutato. Ci siamo buttati all’arrembaggio in qualche modo, e sono arrivati i problemi».
Ma è colpa delle emittenti o dei cittadini che si sono fatti cogliere impreparati?
«I cittadini hanno fatto l’unica cosa che potevano fare, e cioè comprarsi un decoder o un televisore col decoder incorporato. I problemi sono a monte e non dipendono da loro. Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, si sono incrociati gli effetti di due cambiamenti: sono cambiati i punti di partenza delle emittenti, e si sono rimescolati frequenze e canali. Un tale rimescolamento delle carte era inevitabile che avesse delle conseguenze e che necessitasse di un periodo di assestamento, perché siamo davvero davanti ad una rivoluzione: basti pensare che su un canale dove fino a ieri passava un solo segnale oggi ne possono passare anche sette o otto. Però nessuno si aspettava un simile oscuramento».
E adesso? Cosa deve fare una vecchietta che non vede più il suo programma preferito?
«Seguire le istruzioni del suo televisore o del suo decoder».
Chissà dove è finito, il libretto di istruzioni.
«Purtroppo ogni marca di televisori ha procedure lievemente diverse. Tendenzialmente bisogna andare sul menu principale, poi su “impostazioni”, e scegliere “risintonizza tutto”. A quel punto il televisore o il decoder faranno tutto da soli e la signora dovrebbe rivedere tutti i canali, finalmente riordinati. E molti altri».
In che senso “dovrebbe”?
«Diciamo che per quanto riguarda i canali delle emittenti principali non credo che ci saranno problemi. Le reti tradizionali di Rai e Mediaset è legittimo attendersi che vengano collocate al posto giusto dal sistema di sintonizzazione automatica dell’apparecchio. Ci potrebbero essere delle difficoltà per le tivù locali: se fino a ieri una determinata tivù trasmetteva il suo segnale analogico da Valcava, e adesso manda il suo segnale digitale da Pavia, è probabile che l’antenna sul tetto della casa della signora non sia in grado di ricevere un segnale chiaro. In questo caso l’unica soluzione, se nel giro di una settimana la situazione non si normalizza, è chiamare l’antennista. Attenzione: va risintonizzato anche il videoregistratore, ammesso che sia in grado di ricevere il digitale».
Era proprio impossibile evitare ai telespettatori tutto questo stress?
«Sarebbe stato possibile se tutti i decoder avessero utilizzato una tecnologia comune. Invece sono stati prodotti da decine di aziende diverse, ognuna con specifiche tecniche diverse. E quindi ci si è dovuti un po’ arrangiare».
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