Daniele Petraroli
Villa Piccolomini non è solo un magnifico palazzo seicentesco con due dépendances, una provvista anche di sei suites complete di ogni comfort. Ha anche un vasto parco. Quasi 30 ettari complessivi, una piccola parte dei quali adibiti a giardino della residenza. Lunica porzione curata. Il resto versa in uno stato di abbandono. Quando, per il Giubileo, lamministrazione Rutelli stanzia sei miliardi di lire, i soldi sono sufficienti solo a sistemare aiuole e vialetti, per circa 10 ettari, ma non il parco circostante.
Così la giunta Storace, con due emendamenti sul bilancio, uno del 2004, laltro del 2005, stanzia 300mila euro per permettere al nuovo cda della Fondazione di abbellire anche questultimo. Quei soldi, però, non vengono mai spesi. Nel 2005 cambia colore la giunta regionale, e con larrivo di Marrazzo, a settembre di quellanno, il cda della Fondazione Piccolomini finisce commissariato. A quel punto tutto si blocca. E, nonostante i fondi ci siano già, a tre anni di distanza il parco resta ancora abbandonato a se stesso.
«Ho appreso con stupore - commenta lex presidente della Fondazione, Antonello Aurigemma - che è venuto meno lo scopo statutario della Fondazione visto che, da quanto ha scritto Il Giornale, è da tre anni che non vengono fatti i bandi per gli artisti indigenti. Resto basito considerato che noi, nonostante le difficoltà economiche, siamo sempre riusciti a emettere i bandi ed erogare i contributi. Auspico che sia ripristinata subito dalla giunta la finalità sociale della Fondazione. Sarei anche curioso di sapere che fine hanno fatto i 300mila euro per risistemare il parco. Mi auguro non siano finiti tutti nelle cene extralusso di Marrazzo e dei suoi convitati».
Venendo, invece, alla «Casa delle regioni del Mediterraneo», altro inquilino, di lusso, della Villa del Sole, le notizie interessanti arrivano dalla composizione del cda. Appena otto nomi (chiariamo subito che non ricevono alcun compenso per il lavoro svolto), e tutti «soliti noti» della Regione. Insieme al rettore delluniversità Roma Tre, Guido Fabiani, che lo presiede, compaiono nellorgano direttivo Sofia Guerra, Domenica Calabrò, Massimiliano Monnanni, Raniero De Filippis, Vincenzo Boncoraglio, Igino Bergamini e Rosanna Bellotti. Tutti dirigenti di altissimo livello. Sofia Guerra, per esempio, è la responsabile della «Conferenza Stato-Regioni» presso il Segretariato generale, Rosanna Bellotti, invece, è responsabile dellAutorità di Gestione Por 2007/2013, il programma operativo della Regione Lazio adottato dalla Commissione europea.
Ma i nomi che più saltano allocchio sono quelli di De Filippis e Boncoraglio. Il primo, infatti, è il dirigente pro tempore del dipartimento Istituzionale della Regione che ha firmato la determina dirigenziale della famosa cena da 1.300 euro del presidente Marrazzo. E, si scopre ora, possiede uno strapuntino proprio allinterno di Villa Piccolomini.
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