«La speculazione è stata gelata ma la tensione resta ancora alta»

Come dobbiamo leggere questo rimbalzo record? chiediamo a Gregorio De Felice, chief economist del gruppo Intesa Sanpaolo. «È la risposta al segnale forte che il mondo politico europeo ha saputo dare ai problemi che assediavano l’Europa».
Decisioni positive, quindi.
«Sì, molto positive, superiori alle previsioni più ottimistiche. L’intervento potrà arrivare a un livello pari al 30% dei Pil di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Cruciale è stata la decisione della Bce di intervenire con acquisti di titoli sul mercato secondario».
Si è creata maggiore flessibilità d’intervento
«C’erano regole diverse tra l’Europa e il resto del mondo: la Fed può comperare titoli di Stato, così come la Banca del Giappone, la Bank of England ha finanziato un quarto del debito pubblico britannico. L’atteggiamento troppo rigido della Bce alimentava un gioco di “caccia al debito”, con l’attacco agli elementi di maggior debolezza. Con queste decisioni non è stata messa in dubbio l’indipendenza della Bce dal potere politico, e le singole banche centrali hanno già cominciato ad acquistare».
La speculazione si è quietata o resta in agguato?
«Oggi (ndr, ieri) si è ritirata, e dai risultati dei listini emerge che ci sono state massicce ricoperture. Se tutto quello che è stato annunciato a Bruxelles avrà effettiva realizzazione, cadono molti motivi per premere su alcuni Paesi europei».
Il mercato ha gli strumenti per riprendersi?
«È stata messa a disposizione una cifra importante, fino a 750 miliardi, si sono create le premesse per una revisione del trattato di Maastricht al fine di un controllo più stretto dei singoli deficit di bilancio, Spagna e Portogallo annunceranno il 18 un piano di rientro più energico: tutto questo costituisce un cordone sanitario a difesa dell’euro e contro la speculazione. Certo, se poi alcuni annunci non dovessero aver seguito...».


Come vede il mercato azionario?
«C’è spazio per recuperare il grosso delle perdite registrate da metà aprile. Senza escludere, ovviamente, possibili scrolloni e volatilità. Ma l’economia reale dà segnali positivi. Sarebbe un peccato che il mercato non li cogliesse».

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