2012, la grande fuga dai cinema italiani Box office in picchiata

La sensazione è che l'industria cinematografica proceda un po' per tentativi, stordita, di fronte ai dati disastrosi degli incassi 2012. Che sono gravi e parlano chiaro con i loro segni negativi: meno dieci per cento di presenze in sala e meno 8 per cento degli incassi. Per capirci, a fronte dello stesso numero di film proiettati al cinema nel 2011, nell'anno che si è appena concluso, si sono persi per strada 10 milioni di biglietti. Colpa solo della crisi economica o anche della qualità dei film? Difficile dirlo anche se il dato negativo della quota dei film italiani, che dall'ottimo dato del 2011 del 35,50 per cento passa all'attuale 25 per cento, parla abbastanza chiaro. Infatti di conseguenza è aumentata quella dei film statunitensi che dal 46 per cento sale al 51.
Ieri erano riuniti a Roma gli stati maggiori di tutte le associazioni coinvolte nella nostra debole filiera cinematografica. Così sono state annunciate delle iniziative comuni nella speranza di portare più pubblico in sala: innanzitutto la festa del cinema dal 9 al 15 maggio in cui il biglietto costerà 3 euro oltre a una serie di iniziative promozionali, poi la Carta dello studente promossa dal Ministero dell'istruzione che dà la possibilità a circa 2,5 milioni di studenti delle scuole superiori di usufruire di una riduzione del 40 per cento nei primi tre giorni della settimana. Infine c'è l'aspetto politico. Nessuno se la prende con il governo Monti (non si sa mai), tranne in un intervento dove il produttore Fulvio Lucisano lancia accuse sull'attuale «anonimo» ministro dei beni culturali, ma è evidente che anche i tecnici non abbiano preso iniziative legislative di sistema. Così ora Anec, Anica, Anem con i loro presidenti Lionello Cerri, Riccardo Tozzi e Carlo Bernaschi, scendono in campo per dialogare con prossimi candidati alla guida del paese per ipotecare un'attenzione futura al mondo dell'intrattenimento. In agenda, riassume il produttore Tozzi, «una regolamentazione dello spettacolo in generale (il lunedì ad esempio c'è stata una forte flessione di pubblico in concomitanza dei posticipi calcistici, ndr), l'istituzione dell'istruzione cinematografica nelle scuole, lotta sul modello francese alla pirateria che è un fattore cruciale perché sta cambiando l'abitudine al consumo del cinema anche nella popolazione adulta».
Ma se è indubbio che esistono siti che consentono di vedere in streaming anche film non ancora usciti (come Django Unchained di Tarantino), è importante che l'industria cinematografica proponga anche una piattaforma legale. Per il cinema italiano, poco presente nei siti del download legale come ITunes, l'Anica sta da anni (forse troppi) progettando un sito semplice ed economicamente vantaggioso per l'utente che sembrerebbe finalmente in dirittura d'arrivo.

«Abbiamo avuto problemi con la ricerca dei detentori dei diritti dei vecchi film. Ma ora ci siamo, a metà febbraio» giura Riccardo Tozzi. Non sarà la soluzione (sul tema delle uscite cinematografiche in contemporanea su più piattaforme non è stata spesa una parola) ma è un primo passo.

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