Anche i cascatori hanno un Oscar E vince solo chi riesce a restare in piedi

Nonostante l’avvento di effetti tecnologici sempre più sofisticati sono ancora i cascatori a rischiare la vita al posto dei divi nelle scene più pericolose. Hollywood non ha mai voluto riconoscere anche a loro una statuetta. Ma loro si sono presi la rivincita

Giuliano Gemma: oltre che attore è stato anche stuntman
Giuliano Gemma: oltre che attore è stato anche stuntman

L’Oscar per loro è niente. Anche perché la loro protesta per averne uno di diritto, l’anno scorso non ha avuto risposte. Perché dentro quella meravigliosa bugia che è il cinema spesso, soprattutto nei film d’azione, i veri protagonisti sono loro anche se pochi lo sanno. Si gettano dai treni in corsa, si lanciano nel fuoco, corrono su cavalli impazziti, cadono nel vuoto da altezze impossibili e amano, su tutto, distruggere auto.

Sono gli stunt men, dimenticati anche nei titoli di coda e che da solo sedici anni hanno un loro Oscar, i World Stunt Awards, che ha un’Accademia composta da ottocento membri. Da noi, ai tempi degli Spaghetti western, avevano nomi stranieri, Ken Wood, Paul Carter, Ray O’Connors ma in realtà si chiamavano Mauro Mammamatrizio o Giovanni Cianfriglia. Quando un Franco Daddi non diventava Frank Daddy. A quegli eroi dedicarono anche un film, «L’America a Roma», per più di vent’anni hanno fatto pistoleri e sceriffi, le hanno prese e le hanno date, sempre per fiction ma non troppo. Anche Giuliano Gemma era uno di loro. Diceva: «Il segreto del vero saltatore è quello di avere paura e di saper fare così un vero calcolo tra la sua paura e il rischio che può correre». Oggi uno dei migliori è Vic Armstrong, forse il più grande tra i cascatori di professione. La maggior parte delle scene pericolose di Indiana Jones, James Bond o Superman era lui.

º Yakima Canutt, controfigura di Ben Hur e Ombre rosse, il padre di tutti gli stuntmen. O ancora Michelle Yeoh che è attrice e atleta che interpreta solitamente film d’arti marziali e d’azione. Come sia ancora viva, si chiedono in molti, difficile saperlo. I premi sono divisi in categorie da cascatori dagli stunt col fuoco a quelli nell'acqua, dalle scene con animali a quelle nel cielo, dal miglior combattimento alle più incredibili evoluzioni con un veicolo. Per anni la manifestazione è stata supportata, noblesse oblige, da una nota bevanda energetica, dietro ha sempre la Taurus World Stunt Awards Foundation, il cui scopo è quello di sostenere finanziariamente gli stuntmen. Che spesso in questi anni si sono presentati alle premiazioni con le stampelle, il braccioo al collo, un occhio nero quando va bene. Le controfigure sono sempre state snobbate dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che non ha mai incluso nelle sue categorie da Oscar. Ma molti attori che hanno ritirato la statuetta li hanno ringraziati.

Loro invece ringraziano qualcuno le sue tigri per non averlo sbranato, qualcuno il suo medico delle ossa. Dal 26 gennaio cominciano le selezioni per i vincitori di quest’anno. Vincere va bene, me in ogni caso nessuno ha paura di cadere sul più bello...

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