Cultura e Spettacoli

Ballarò contro DiMartedì, la sfida dei morti viventi

Tutto è rimasto congelato, uguale a se stesso. Soliti ospiti, argomenti soporiferi e una struttura narrativa che non funziona più

Ballarò contro DiMartedì, la sfida dei morti viventi

Ballarò contro DiMartedì. Siamo alle solite. Nuovo palinsesto, vecchia storia. Ieri sera, infatti, si è riaperta la “sfida” all’ultimo respiro tra i due programmi. Entrambi talk show, l’uno nato dalla costola dell’altro. Gli ascolti hanno premiato Massimo Giannini per il secondo anno al timone della trasmissione di punta di Raitre con un sempre più agonizzante 5,14% di share. Mentre per il sempre sorridente Floris il pubblico non ha superato il 4,49%.

I dati, però, dopo questa prima battaglia sono interessanti. Primo: il requiem dei talk show suona più forte che mai. Come stupirsi? Tra legge di stabilità, crisi, sondaggi, grafici, numeri vari ed eventuali, il tutto risultava meno attraente di una foto della Bindi in costume da bagno. Secondo: la distanza, in termini di ascolto, tra i due programmi è già sottile come un capello e il sorpasso della rete di Urbano Cairo potrebbe spuntare dietro l’angolo. Terzo: come conciliare la visione pop del nuovo direttore della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, con un programma come Ballarò in completa agonia (e non certo da quest’anno)?

Certo è che sia Ballarò che DiMartedì non hanno potuto contare neanche sull’entusiasmo da riapertura. Tutto sembra essere rimasto congelato, uguale a se stesso. Soliti ospiti, argomenti soporiferi e una struttura narrativa che non funziona più. Insomma, una sfida tra perdenti.

In partenza.

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