La capitale mondiale del libro ha un'editoria da "Mille e una notte"

A Sharjah zero tasse per le nuove imprese E la Fiera gareggia con Londra e Francoforte

La capitale mondiale del libro ha un'editoria da "Mille e una notte"

Sharjah, la terza città degli Emirati Arabi Uniti, è stata proclamata dall'Unesco Capitale mondiale del libro per l'intero anno 2019. Non solo. Sharjah è anche l'ospite d'onore del prossimo Salone del libro di Torino. Com'è la città-Stato di Sharjah? La skyline di grattacieli è addolcita dal mare e dai canali artificiali. L'antico va a braccetto con il moderno. Stradoni a sei corsie costeggiano i vicoli del suk. A Sharjah si venera il Libro, il Corano, e si cerca di trattare con rispetto i libri. A noi interessano i secondi.

Partiamo subito da una notizia per chi ci governa. Qui hanno la flat tax sulle nuove imprese editoriali che decidono di aprire nell'apposito distretto. Una flat tax piuttosto drastica: zero per cento. Insomma, non ci sono tasse. L'Iva invece è al 5 per cento. Sharjah è la capitale culturale degli Emirati Arabi Uniti. Qui si svolge ogni anno la Fiera internazionale del libro, la più importante del mondo arabo. Come volume di scambi può competere con Francoforte e Londra. Qui ci sono importanti musei della civilizzazione islamica e della calligrafia. Qui si svolge la Biennale d'Arte contemporanea, in corso in questi giorni. Qui c'è un quartiere artistico che prevede, oltre a una rete di musei, un edificio a metà strada tra l'accademia e un «ufficio» per artisti, liberi di utilizzare le aule come studi per dipingere. Qui si possono trovare mega installazioni come The Rain dello studio Random International: entrate se volete sperimentare come sarebbe passeggiare in mezzo a un acquazzone senza essere colpito da una goccia d'acqua. L'università più prestigiosa è quella americana, anche interessante come qualità architettonica: fuori tradizionale, dentro moderna. Una contraddizione che si addice a Sharjah. Qui ci sono innumerevoli fondazioni private che finanziano opere regolarmente esposte anche all'estero in prestigiose gallerie.

Sharjah e i libri hanno una certa familiarità, anche se in città è difficile trovare una libreria (un po' come da noi, ormai). In compenso lo sceicco ha iniziato a mettere in ogni casa uno scaffale di libri. Tutti diversi, in modo che i vicini possano scambiarseli una volta finiti. Qua e là compaiono edicole «open library» (ci sono anche a Milano). Prendi un libro, ne lasci un altro, e buona lettura. Lo sceicco Al Qasimi, anche scrittore, sugli investimenti in campo culturale ha le idee chiare: «La cultura non costa molto, e spendere in essa è un investimento a lungo termine per le menti dei nostri figli e per preparare le generazioni future a solide basi di civilizzazione, cultura e scienza». Frase in cui le parole chiave, anche per i nostri già citati governanti, sono le prime: «La cultura non costa molto». Ma rende tanto, anche in termini di immagine e, cosa da non dimenticare, di propaganda. C'è la censura, si chiede subito un occidentale? La risposta, come spesso qui accade, è: dipende. In teoria nel distretto editoriale si può stampare quello che si vuole. Parlando con gli operatori, si capisce però che ci sono almeno due settori in cui calcare la mano sarebbe un sfida persa in partenza: politica e pornografia. Non è poco.

Ieri i festeggiamenti per l'anno del libro si sono aperti con una cerimonia di tre ore, attrazione principale un musical ispirato alle Mille e una notte (1001 Nights: The Last Chapter) andato in scena all'anfiteatro Al Majaz. La monarchia di Sharjah punta molto sul titolo conferitole dall'Unesco. Spettacolo in tre lingue, orchestra di 51 elementi, attori e acrobati a volontà. Tra artisti e tecnici, hanno lavorato 537 professionisti di 25 nazionalità diverse.

Sharjah, si diceva, è anche il Paese ospite d'onore al prossimo Salone del Libro di Torino dal 9 al 13 maggio. In un evento extra Salone, il 3 maggio a Palazzo Madama di Torino, verrà presentato il libro Memorie di un emiro illuminato, autore sua altezza lo sceicco Sultan bin Muhammad Al Qasimi. Tra le principali iniziative, lo stand dell'Emirato proporrà una cinquantina di titoli arabi moderni in traduzione italiana. Ieri è stata svelata una prima lista, che potrebbe arricchirsi di nuovi nomi, se le bozze saranno chiuse in tempo. Tra gli appuntamenti segnalati come importanti, un dibattito sul ruolo delle donne nel panorama letterario arabo con le scrittrici Sahla Ghabish, Sheika al-Muthairi e la nostra Valeria Parrella. Sultan al Ameemi e Khulood Akmualla parleranno di tradizione poetica, che sembra, per ora, il genere privilegiato.

Per la saggistica, sarà a Torino lo storico Hamad bin Saray, premiato nel 2012 alla Fiera di Sharjah per il suo Camels in the Ancient Near East-Countries and the Arabian Peninsula. Ci saranno anche Habib Yousef Adallah Al Savegh, presidente della Union of the Emirates Writers and Authors, il giornalista Nasser Al Dhaheri e il regista-attore Habib Ghaloom.

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