Ciò che conta è la rivoluzione nella tradizione

L'Italia è un Paese che non sa promuovere le eccellenze: nel gruppo di fuga di cervelli all'estero riscontriamo infatti un'illustre presenza, l'attore Pasquale Esposito, che è nato a Napoli, vive ad Amburgo, ha lavorato a Los Angeles e insegna all'Università di Huddersfield. E già questo è un paradosso. Ma Esposito è anche un monaco Zen ed è tra i nuovi volti di Gomorra 3, dove interpreta O Sciarmant. Un monaco Zen a fare il camorrista con lotte e alleanze di potere come colonna portante! Ma questo è un paradosso apparente: la pratica buddhista ha permesso proprio a Esposito, che nel cinema ha fatto sempre il buono, di vedere la vulnerabilità del personaggio violento al di là del cliché «ammazza-ammazza», ponendosi davanti a quella soglia in cui perdersi e ritrovarsi, proprio come nella sua esperienza di napoletano doc che alla fine si è affermato fuori dall'Italia. Tutto ciò insegna due cose: la prima è che non tutto è perduto (il N. Y. Times riferisce che Gomorra è fra le migliori serie tv al mondo).

La seconda: per rinascere, l'Italia deve lavorare su se stessa come nello Zen, perché la rivoluzione esteriore è solo un lavoro di facciata, quel che conta è la rivoluzione dall'interno, la più difficile ma anche la più soddisfacente.

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