Al cinema "Stronger - Io sono più forte", il coraggio di rinascere

Jake Gyllenhaal è il protagonista di un film che ripercorre la storia vera di uno dei sopravvissuti all'attentato che il 15 aprile del 2013 colpì la maratona di Boston

Al cinema "Stronger - Io sono più forte", il coraggio di rinascere

A cinque anni dall'attentato alla maratona di Boston, esce "Stronger - Io sono più forte", film di David Gordon Green che sposa il punto di vista di un ragazzo, Jeff Bauman, la cui vita cambiò per sempre quel giorno.
Jeff (Jake Gyllenhaal) si trova al traguardo per fare una sorpresa alla sua ragazza, Erin (Tatiana Maslany) con la quale vive un momento di crisi. Le ha dedicato un cartello, deciso a riconquistarla col suo solito e indomito ottimismo. Ancora non sa che di lì a poco nulla sarà più come prima: una bomba deflagra proprio a pochi metri da lui. Per salvarlo, i medici decidono di amputare entrambe le gambe dal ginocchio in giù. Il bilancio della tragedia è di tre morti e 260 feriti ma Jeff spicca da subito tra gli altri perché si trasforma in testimone chiave, fornendo la descrizione di uno dei terroristi e collaborando, quindi, alla sua cattura.
Da vittima si trova trasformato in eroe da un'opinione pubblica che lo elegge a simbolo di speranza. Da americano medio diventa l'incarnazione della resilienza di un'intera nazione, rispondendo a un bisogno collettivo, quello di andare avanti, oltre la paura. Peccato che Jeff non si senta come l'essere invincibile che tutti, ignari del suo disagio, descrivono. Le aspettative riposte su di lui, ormai divenuto un'icona da sfruttare, hanno poco in comune con la reale percezione che il ragazzo ha di sé. Lungi dall'aver superato il trauma appena vissuto, è consapevole di avere di fronte un percorso di riabilitazione fisica e morale difficilissimo.
La sua famiglia, numerosa e disfunzionale, si lascia sedurre dalle lusinghe della popolarità, soprattutto la madre (Miranda Richardson), un'alcolista elettrizzata dall'interesse dei media.
Il sensazionalismo televisivo fa il suo corso, mentre Jeff si trova a cercare dentro di sé una forza d'animo che i fan danno per scontato possegga. Può condividere l'autenticità dei suoi alti e bassi soltanto con la fidanzata, una persona equilibrata, un punto di riferimento non solo nella risalita ma anche nel cammino verso una maturità a lui ancora sconosciuta.
Da spettatori assistiamo alla sofferenza legata alle varie fasi della convalescenza, così come alla tentazione del protagonista di lasciarsi andare alla deriva piuttosto che perseverare a rimettersi in piedi.
"Stronger" non cade in eccessi d'enfasi o sentimentalismi gratuiti, così come si tiene alla larga, per quanto possibile, da retorica e patriottismo. Non è il primo film su individui comuni diventati, loro malgrado, eroi (ritratti migliori si devono a Clint Eastwood); allo stesso attentato è inoltre già stato dedicato l'ottimo "Boston - Caccia all'uomo" di Peter Berg che ricostruisce l'indagine per arrivare ai responsabili.

L'opera di Gordon Green si distingue, però, per l'ottima scelta del cast: un Jake Gyllenhaal in odore di candidatura all'Oscar e comprimari in grado di regalare credibilità alla messa in scena.
"Stronger - Io sono più forte" è una storia edificante, utile a ricordare a chiunque si senta perso che non c'è caduta dalla quale non sia possibile rialzarsi.

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