Si chiama “Kler”il film che sta scuotendo l’opinione pubblica della gelida Polonia. Diretto da un affermato regista polacco, la pellicola ha avuto il coraggio di denunciare il lato oscuro della cristianità, tra abusi, violenze, alcol e droga. Clero questa la traduzione in italiano, da molti è stato definito un film anticlericale, un’odiosa propaganda contro la Chiesa, ma nonostante le critiche, è stato un vero e proprio successo di pubblico, premiato con ben due milioni di spettatori in una sola settimana dall’uscita nelle sale.
Nonostante gli appelli al boicottaggio, la programmazione ad esempio è stata vietata in un paese a Nord-Est est della Polonia, nei multisala ha battuto ogni record, arrivando a 22 proiezione al giorno. Tra le critiche c’è anche chi applaude l’audacia del regista nell’aver raccontato una storia di questa portata.
Girato in Repubblica Ceca per aggirare le difficoltà dei permessi in Polonia, “Clero” è arrivato nelle sale il 28 settembre, in concomitanza con un caso giudiziario che sta sconvolgendo il Paese, e proprio per questo motivo, il film ha fatto così tanto rumore. La Corte d’appello di Pozan ha condannato la “Società dei Padri di Cristo” a versare oltre 230mila euro ad una donna che, all’età di 13 anni, fu rapita e seviziata da un prete oggi 42enne. Il caso è diventato di estrema importanza proprio perché, i legali dell’accusato, si sono rivolti alla Corte Suprema nella speranza di ribaltare la sentenza.
In Polonia la religione è sempre stata fonte di opposizione, soprattutto negli ultimi anni, e il film in questione, evidenzia
le lacerazioni di un paese cattolico che si scontra strenuamente con i tradizionalisti. Secondo la critica polacca, il film del noto regista, segna un punto di svolta per la cultura del paese dopo la caduta dei comunisti.
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