Cultura e Spettacoli

Colpo di scena: la voce del Gabibbo è gialla (e abita un faro pieno di cadaveri)

Fa parlare il pupazzo più famoso della tv, ma scrive thriller mozzafiato. "Il Faro delle lacrime" di Lorenzo Beccati costa meno di 5 euro e ha come protagonisti il mare d’Irlanda, uno strano criminologo e un’indimenticabile bambina

Colpo di scena: la voce del Gabibbo è gialla (e abita un faro pieno di cadaveri)

Lorenzo Beccati è il tipico caso di doppia personalità, l’identikit del perfetto insospettabile: lo senti ma non lo vedi, e se apri il Gabibbo, dove vive, non è lui la persona che ci trovi dentro. Nemmeno la voce, in fondo, è sua. Dice che quel timbro roco e un po’ strascicato gliel’ha regalato un ergastolano amico suo. Autore di Striscia la Notizia e Paperissima, voce del Gabibbo, Beccati è una mente criminale, un uomo pieno di segreti. Ha scritto undici libri l’ultimo, «Il faro delle lacrime», è un giallo, il primo ambientato ai giorni nostri, protagonisti un faro in mezzo al mare d’Irlanda, un guardiano italiano criminologo mancato e cadaveri che non finiscono mai. Il mistero è anche che un libro così costi meno di cinque euro, 4,90 per la precisione. Cerchiamo di indagare. Senza fare la fine dei besughi...

I personaggi dei suoi libri, e in particolare de «Il faro delle lacrime», esistono o sono una sua invenzione?
«I personaggi dei miei libri sono delle invenzioni, ma finiscono per assomigliare a qualcuno di reale».

Chi o cosa le ha ispirato il libro?

«La scintilla è sempre un'immagine: quadri, stampe, cataloghi. Nel caso del mio ultimo giallo, si è trattato del bel libro "Fari" di A.L. Mariotti».

Quale dei suo libri le ha dato più soddisfazione?

«Mi sono divertito molto a scrivere "74 nani russi", ma la soddisfazione maggiore l'ho avuta con la trilogia de "Il guaritore di maiali", tradotta anche all'estero».

Cos'ha «Il faro delle lacrime» di diverso dagli altri?

«É il mio primo romanzo in epoca contemporanea. Inoltre mi sono voluto cimentare con il genere "camera chiusa". La mia "camera chiusa" è un inaccessibile faro in mezzo al mare».

A chi scrive gialli nella vita succedono mai "cose gialle"?

«Per fortuna, no...»

Perché piacciono tanto i gialli? Non bastano i fatti di cronaca?

«I gialli servono a esorcizzare il male che ci circonda nella vita reale».

E perché siamo sempre attirati da fatti di sangue?

«È un po' come quei vecchi che ogni giorno leggono i necrologi e pensano "anche oggi non è toccato a me"...»

C'è un fatto di cronaca, di ieri e di oggi, di cui Lorenzo Beccati scriverebbe volentieri?

«Davvero Socrate non ha lasciato nulla di scritto? E se qualcuno avesse fatto sparire le sue pagine? E se un uomo sapesse dove sono ora?».

Cosa c'è di bene nel Male?

«L'idea che possa essere sconfitto».

Perchè il Male affascina e il Bene no?

«Il Bene è la normalità, il Male la trasgressione. Di questi tempi, il Male è potere e il Bene una debolezza».

Esiste il delitto perfetto?

«Direi proprio di sì. Altrimenti come si spiega che in Italia la maggior parte di delitti rimane impunita?».

C'è una morale alla fine del suo libro?

«Nessuna morale. Ho il dubbio che anche questa, in fondo, sia una morale».

L'ultimo giallo letto che l’ha appassionata?

«Ho troppi amici giallisti e vorrei conservare il loro saluto...»

Il suo libro giallo preferito di sempre?

«Il quinto giorno di Frank Schästzing per la sua originalità».

Il suo autore preferito?

«Francesco Biamonti, anche se non era un giallista. Ha scritto romanzi straordinari, potenti e diretti come poesie».

É facile scrivere facile?

«È facile per chi possiede quel dono. Gli altri possono tentare, ma non ci riusciranno del tutto».

Di quale consiglio ha fatto più tesoro?

«Scrivere tenendo ben presente tutti i cinque sensi. Anche se solo descritti, tatto, olfatto, udito, gusto e vista, tengono desta l'attenzione del lettore, rendendolo più partecipe».

Qual è il primo dovere di uno scrittore di gialli?

«Imbrogliare il lettore fino a fargli credere di avere scoperto tutto in anticipo».

Lei in genere simpatizza per i buoni o per i cattivi?

«Parteggio sempre per i buoni. Ne hanno più bisogno».

Il mistero si deve sempre svelare?

«Direi di sì. Come minimo, si devono fornire gli strumenti per arrivare alla soluzione».

Si scrive ancora per i posteri o solo per i contemporanei?

«Si dice che in fondo uno scrittore scriva per una sola persona. Nel mio caso, le persone sono due persone, una che c'è e l'altra che verrà. Mistero».

Lorenzo Beccati di che cosa ha paura?

«Temo sopra ogni cosa la sofferenza degli altri e gli scarafaggi».

Tre cose che odia a morte nella vita

«L'ostinazione a sbagliare, l'egoismo, i mimi di strada».

Ma il Gabibbo potrebbe essere un insospettabile assassino?

«Direi di più. In un cortometraggio, presentato alla mostra del cinema di Venezia, dal titolo "Il perfezionista", il Gabibbo ordiva un piano per uccidere se stesso, riuscendoci».

...chi potrebbe essere la vittima perfetta?

«Dario Ballantini, alias Valentino, Maroni, Alfano... con tutte quelle identità...»

...chi la donna fatale...

«Senz'altro Stefania Petyx. Per chi ha la sventura d'incontrarla, sono guai. A indagare ci metterei il suo bassotto. Innegabile che abbia fiuto...»

...chi l'infallibile segugio...

«Valerio Staffelli. Imbattibile a seguire le tracce delle persone da attapirare».

...e chi il maggiordomo?.

«Max Laudadio ha il fisico giusto: allampanato e con lo sguardo inquietante. L'assassino ideale però è al 100% Brumotti. Impensabile che possa fare del male».

Tre buoni motivi per leggere il suo libro.

«Uno: oltre a Jo il guardiano c'è un personaggio particolarmente riuscito, Kikka: una fantastica ragazza Down che non potrete dimenticare; due: i colpi di scena si susseguono con un ritmo forsennato; tre: farete del bene alla piccola editoria».

...e tre cattivissimi motivi per leggerlo lo stesso

«Uno: butterete via solo 4,90 euro, un prezzo politico che ho fortemente voluto; due: potreste poi rifilarlo al vostro peggio nemico; tre: è utile da mettere sotto la gamba di un tavolino che balla. L'ho collaudato io stesso..

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