Dalla denuncia dei Laogai ai dissidenti cubani: le note rock dei Fuoco Vivo

Esce il nuovo album della band. Tra le canzoni un omaggio a Oscar Biscet, il medico cubano sbattuto in carcere perché difendeva la vita. E un brano sulla vergogna dei campi di concentramento del terzo millennio, i Laogai cinesi

Dalla denuncia dei Laogai ai dissidenti cubani: le note rock dei Fuoco Vivo

Sulla vergogna dei Laogai cinesi (i campi di lavoro forzato) si sono scritti libri e organizzati convegni. Lo stesso sulle battaglie dei dissidenti cubani, tra cui il medico Oscar Biscet, sbattuto in cella per le sue idee contro la pena di morto, l'aborto e l'eutanasia, e condannato a 25 anni (scarcerato nel 2011, dopo undici anni di prigionia, grazie alle fortissime pressioni della Chiesa cattolica). C'è un gruppo rock, i Fuoco Vivo, che da anni affronta questi temi nelle proprie canzoni, mescolando spiritualità e vicende internazionali legate al tema della libertà.

La band, formata da musicisti di origini lucane, si ispira al christian rock di marca statunitense e alla sfida lanciata da Bono e dagli U2 agli esordi: "I nostri occhi sono aperti a un altro mondo, che esiste oltre i limiti monocromi e unidimensionali di quello che ci circonda". L’ultimo album dei Fuoco Vivo si intitola "Dimensione verticale". Sarà presentato a Roma, a Palazzo Santa Chiara, il 27 febbraio alle 21 (il video di presentazione).

Il nome del gruppo deriva da un passo del libro biblico di Geremia. E diversi sono i riferimenti alle scritture sacre anche nell’album Dimensione verticale. Ma i protagonisti delle canzoni rimangono quelli che i Fuoco Vivo considerano i "veri eroi" del nostro tempo. Come, appunto, il dissidente cubano Biscet.

In prima linea contro l’aborto, nel 1997 diede vita alla fondazione Lawton per i diritti umani, che si batteva contro le pratiche di clonazione umana cosiddetta "terapeutica", e l’aborto forzato per motivi di ricerca medica. Biscet si è battuto anche contro l’eutanasia praticata su malati poveri, ormai ritenuti soltanto un peso economico, e si è opposto con fermezza alla pena di morte e alla tortura per i dissidenti. Ecco perché la sua liberazione non poteva passare inosservata per i Fuoco Vivo che a Biscet hanno dedicato un pezzo del nuovo album, "Radio libertà", da cui è stato tratto anche un videoclip (guarda). Il brano fa riferimento al momento del suo rilascio ("Oscar libero") ma evoca anche i durissimi anni della prigionia: "Parlare con la notte e stringere i pugni e piangere". Le note rock esaltano il coraggio e la speranza di un uomo pronto a "sfidare a mani nude chi calpesta senza scrupoli". Sebbene sotto stretta sorveglianza Biscet continua ancora oggi a lottare. Da poco ha lanciato perfino un proprio canale youtube: Revelando Cuba.

Da Cuba i Fuoco Vivo si spostano alla Cina. La canzone "Macchine umane" denunciare i laogai: i campi di concentramento del terzo millennio, attivi dalla seconda metà del secolo scorso. "Non è fantasia" ripete il brano, ma "stupida follia". Dal 1949, anno in cui il Partito comunista è salito al potere, milioni di persone sono state internate nei laogai. Torturati e costretti ai lavori forzati a vantaggio del regime e delle imprese che lucrano sul lavoro dei prigionieri-schiavi. I Fuoco Vivo nei loro brani toccano anche temi molto sentiti dai giovani: dagli affetti al lavoro. La band nei prossimi mesi girerà l'Italia, esibendosi nelle piazze e nei teatri.

Sul

sito ufficiale www.fuocovivo.net tutte le informazioni sulla band e, per chi lo volesse, le indicazioni per acquistare il nuovo cd.

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