Cinque milioni di visualizzazioni su Youtube e 40mila commenti, tre milioni su Facebook e 45mila fan, 150mila visitatori sul sito dedicato: i numeri della prima serie del telefilm «nativo digitale» Freaks, costata solo 2000 euro e riproposta come apertura del Telefilm Festival a Milano, sono ragguardevoli. La seconda serie - sempre con I giovani attori/creatori Claudio Di Biagio, Matteo Bruno, Guglielmo Scilla, Giampaolo Speziale, è stata subito adottata dalla casa di produzione Show Reel.
Di Biagio, comè iniziata lavventura Freaks?
«Con me che mi chiedevo: ma perché gli alieni sbarcano sempre a New York e mai a Roma? Perché gli americani hanno i superpoteri e a Roma sono tutti sfigati? Insomma, non ero per niente soddisfatto di quello mi propinava la tv».
E così vi siete autoprodotti il vostro telefilm.
«Il novanta per cento di chi harealizzato con noi Freaks sono parenti o amici. Il web, risorsa molto economica, è stato essenziale prima, durante e dopo le riprese. Laver trasmesso solo on line ci ha permesso di avere un rapporto diretto con gli spettatori: quelli che vedevano Freaks se ne sentivano anche proprietari, e ci davano suggerimenti di cui tenevamo conto nelle riprese successive. E ricordo che il dati di ascolto della tv non sono veri, quelli del web sì. Sul web i telefilm hanno successo per meritocrazia».
Cosa ci aspetta nella nuova serie?
«La risoluzione di molte cose lasciate in sospeso nella prima. A livello autoriale, saremo sempre noi quattro.
Ma i superpoteri?
«Quelli non mancheranno mai, come da tradizione americana. Il bello è che finalmente sono sbarcati in Italia».
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