«Quando da ragazzina mi lasciavo travolgere dalla malinconia ascoltavo musiche lente come la colonna sonora del Tempo delle mele oppure Hotel California degli Eagles. Se invece mi sentivo piena di gioia, ascoltavo e ballavo Grease insieme a John Travolta...». È una Simona Ventura inaspettata quella che si presenta ai suoi fan sotto una forma diversa dal personaggio televisivo. Con un libro, intitolato Codice Ventura (Sperling & Kupfer, 208 pagine), nelle librerie, presentato ieri in Galleria a Milano. Un dizionario delle emozioni della presentatrice, che si racconta e racconta i suoi anni '80 e '90, dai primi passi nel mondo della televisione al successo, al periodo di buio e vuoto, alla rinascita. Un elenco di voci, certamente di più facile lettura per un vasto pubblico, dai «giochi», alle «ossessioni», dalla «paura» alle «radici» che ci restituisce una Simona che vuole farsi conoscere meglio. E, soprattutto, che vuole farci sapere che oltre alla grinta della presentatrice che guida con piglio fermo i reality, c'è una persona che sa emozionarsi e che può raccontarsi anche attraverso la lente di un film, un libro, una poesia, un brano...
E così alla voce «amicizia» svela (e chi lo direbbe di lei?) che da ragazzina era timida e introversa, che «preferiva la compagnia delle bambole a quella delle bambine» e «solo più tardi ho scoperto che era un atteggiamento legato alla paura di soffrire». Alla «c» come «cibo» rivela che da adolescente era arrivata a pesare 74 chili perché «mia madre aveva iniziato a fare la spesa alla Metro, un posto dove puoi acquistare confezioni che contengono anche cinquanta merendine...».
Alla voce «sesso» confessa invece che, a causa della rigida educazione della madre che le inculcava l'idea della verginità prima del matrimonio «da ragazza il solo pensiero di avere un rapporto sessuale mi provocava un senso di colpa...». Con Sally, la canzone di Vasco ci traghetta invece nello spazio «donne», nella difficoltà di entrare nel mondo maschilissimo del pallone («Simona, questo non lo puoi fare, sei una donna!») quando presentava i programmi di calcio, nei tradimenti da parte delle amiche, nell'invidia, negli amori. Da quello per Stefano (Battarini): «Anche le scelte più difficili, come la separazione, erano guidate dal desiderio di verità nei loro (dei figli) confronti». A quello per Giovanni (Terzi), con cui si sposerà il prossimo anno. «Se mi chiedete come mi sento adesso, vi dirò che sono tornata ad avere la stessa forza, la stessa felicità, lo stesso entusiasmo... che avevo dieci anni fa e questo grazie al mio compagno».
C'è spazio anche per i peggiori ricordi dell'adolescenza con un amico, Marco, che muore del «grande inganno» della droga ed è un'occasione per ribadire che lei non ne ha mai fatto uso tranne «la prima canna» per cui «vomitai come non ho più fatto nella vita». Quanto le faceva male quando la accusavano di far uso di droga «nel dorato mondo della televisione dove si racconta di vassoi pieni di cocaina, bè... io quei vassoi non li ho mai visti». Nel capitolo «fatica» ci ricorda il carattere che l'ha resa quello che è diventata: «Combattere e vincere quando sei stata sconfitta e pochi ormai credono in te è sempre stata una mia peculiarità».
Questa è la Simona che il pubblico conosce meglio, quella Simona vista presentare l'Isola dei famosi e poi piangere da naufraga nello stesso reality. Il suo mare di profumi, suoni, sapori, valori si scovano tra le righe...
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