Lui minimizza: «Abbiamo aperto una piccola strada». In realtà stavolta Fiorello ha aperto un valico, quello tra radio e social, che nei prossimi anni promette di diventare molto trafficato. In sostanza da alcune settimane lui conduce ogni giorno Il socialista che è «intrattenimento radiofonico sul social network Facebook». Nello slogan che va in onda, Il socialista è un «programma socialfonico», ossia usa il ritmo e la vocazione della radio all'interno di un mondo all'apparenza molto distante. Per capirci, intorno alle 13 lui entra sulla sua pagina Facebook (www.facebook.com/Fiorello.Official/) e inizia a fare Fiorello. Scherza. Ride. Commenta le notizie (mai scelte a caso...). Fa ascoltare musica. Canta e canticchia. Telefona a bruciapelo. L'effetto prima è straniante poi dirompente. Rovesciando la massima di Marshall McLuhan («il medium è il messaggio»), Fiorello è il messaggio e non importa quale medium utilizzi. «Questo esperimento ci dice che chiunque può far radio senza avere né una frequenza né una radio, bastano due cellulari: uno per mettere musica e l'altro per andare in onda». Lui lo fa con una disinvoltura da uomo di spettacolo senza frontiere. L'ironia è la sua, mai crudele, mai volgare. I tempi sono brucianti. L'interesse per la musica mai scontato (ad esempio, parlando di Sanremo, ha puntato sul Congiuntivo del sorprendente giovane Lorenzo Baglioni). E il legame con la cronaca è stringente come quando ha inscenato una finta telefonata al neopresidente siciliano Nello Musumeci chiedendogli come avrebbe affrontato i problemi: «Affrontarli? I problemi non si affrontano, si evitano». Una battuta, un ritratto.
In fondo Fiorello è sempre stato così. Anche per questo ha rallentato i rapporti con la televisione («È il meno veritiero dei mezzi con cui mi esprimo», ha detto a Vanity Fair) e ha sempre più spesso esplorato nuove direzioni. L'Edicola Fiore ne era un esempio, anche per collocazione oraria. E Il Socialista si è confermato un pioniere sul terreno brado, spesso simile al Far West, dei social network e della loro convivenza con il «medium» che ha reagito meglio all'artiglieria pesante del web, ossia la radio. E che Fiorello sia un unicum non soltanto in questo periodo ma nell'intera storia dello spettacolo italiano lo conferma anche la vocazione sperimentale e il coraggio di puntare su nomi e volti meno conosciuti quando avrebbe la possibilità di circondarsi di qualsiasi numeri uno. Ad esempio, con il suo amico Danti dei Two Fingerz, qualche settimana fa ha pubblicato quasi a sorpresa una versione «trap» e quasi irriconoscibile del super classico di Gianni Morandi Fatti mandare dalla mamma. Una scommessa rischiosa perché solo il testo riconduce alla canzone originale. Però vinta: oggi Fatti mandare di Fiorello e Danti «gira» anche sui network radiofonici. D'altronde la radio è stata il suo trampolino e, non a caso, una versione ridotta del Socialista va in onda dalle 7 alle 7.15 proprio sulla sua «natia» Radio Deejay.
Fino a venerdì, poi spariremo dai social e dal mondo per ritornare, forse, a gennaio», come ha detto nella puntata di ieri. «Forse ritorneremo anche su Deejay, per un'ora intera e in orario buono», spiega. Quindi preparatevi: non finisce qui, come diceva Corrado (e Fiorello continuerà a sparigliare le carte).
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