Ma è già polemica: alcune associazioni chiedono il divieto ai minori

Ma è già polemica: alcune associazioni chiedono il divieto ai minori

Operazione santino per il poker, gioco d’azzardo che ora, in tempi di magra, coinvolge in Italia sempre più persone. Soprattutto da quando il tavolo verde è on line e può giocare, vincere e perdersi chiunque, senza muoversi da casa. Arriva così sui nostri schermi Poker generation (da venerdì), opera prima di Gianluca Mingotto. E già piovono polemiche: il film - secondo l’associazione consumatori Primo Consumo - andrebbe vietato ai minori, perché incentiverebbe la passione per l’azzardo. Nel cast, la partecipazione «straordinaria» di Francesco Pannofino, ormai noto tra tv e cinema, e di Lina Sastri: i due impersonano i genitori d’una bambina siciliana molto malata, la cui operazione costa talmente tanto che i suoi fratelli (Piero Cardano e Andrea Montovoli) ricorrono al poker per drenare la cifra necessaria. E se Tony veste e pensa da para-mafioso sbruffone (coppola in testa e rosario al collo), Filo è quasi autistico: parla poco e perde spesso. Uniti nell’intento di pagare le cure alla piccola Maria, i due si trasferiscono a Milano in cerca della Dea Bendata: la trovano, la perdono in una villa miliardaria, poi vincono a Malta il più importante torneo di stagione: soldi a palate e felicità. E se Lady Gaga canta Poker face, qui le facce da poker - impenetrabili come muri - si vedono davvero e corrispondono ai veri campioni del settore: ecco la panza e gli occhiali del calabrese Salvatore Bonavena, voilà il giovane Mustapha Kanit, grande pokerista ventunenne e magari qui sta il momento felice d’un film troppo trascurato nei dettagli tecnici. La storia s’ispira a quella vera di «Drive On», alias Filippo Candio, player cagliaritano primo qualificato per il tavolo finale del Main Event delle World Series of Poker e al secondo posto nella money list dei giocatori nazionali. E, certo, le carte volano, gli assi resistono e i manager-boss girano con migliaia di euro legati strette da un elastico, esattamente come nella realtà. L’atmosfera cercata è da Romanzo criminale, versione poker, ovvero tutta rischio e autodistruzione. Ma qui il fine giustifica i mezzi e la prima missione del primo film italiano sul Texas Hold’em è costruire un’immagine positiva del poker. «Parliamo di un fenomeno di massa, per giunta legale, grazie all’intervento d’una regolamentazione statale», spiega il produttore Rocco Crimi, presidente della Gaming VC Corporation e imprenditore del gioco.

«Abbiamo raccolto l’appello degli appassionati, che non tolleravano d’essere additati come giocatori d’azzardo», continua il messinese Crimi, fan della «diavolita» Melita Toniolo cui ha regalato un cofanetto da 10 milioni di euro, con i codici di accesso a una poker room.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica