
Gentile Direttore Feltri, la libertà e l'obbligo dell'informazione... però! Mi ha colpito qualche giorno fa il contenuto dell'articolo di fondo dell'ottimo Sallusti, di solito sempre centrato. Comincia, però, col riportare gli ultimi propositi deliranti e inconsulti della povera Schlein che evoca un prossimo ritorno al potere tra pochissimo tempo affermando di avere la maggioranza per governare a portata di mano. L'altro giorno era il turno di quell'incapace ed irresponsabile di Conte, che parlava, per modo di dire, della non necessità del riarmo europeo, dell'Ucraina che sta esagerando, manifestando una non velata simpatia per Putin, e ovviamente del genocidio di Gaza. Questi fanno il paio con i propositi sempre più sconclusionati del Salvini e di quel palloncino gonfiato di Renzi. A me è venuto in mente il vecchio film con il grande Totò, che si intitolava La clinica dei pazzi, dove vi erano dei personaggi che potrebbero somigliare a quelli di cui sopra.
Chi si prendeva per Cesare, chi per Napoleone, chi per il Papa, e lo facevano con molta convinzione! Ripeto, capisco, le esigenze dell'informazione, ma mi chiedo che senso ha riportare, in prima pagina, dei propositi così insulsi?
Gerardo Paoletti
Milano
Caro Gerardo,
non è compito del giornalista scremare l'informazione epurandola da ciò che pare a lui superfluo o sciocco. Non è il giornalista, inoltre, colpevole delle corbellerie che certi personaggi proferiscono, eppure sembra, da come scrivi, che l'errore sarebbe di chi dà spazio a determinate persone e rilevanza ad affermazioni irrilevanti. Devo dissentire: le affermazioni di individui che rivestono ruoli politici, peraltro di assoluto e incontestabile rilievo, in quanto leader dell'opposizione e di partito, rilevanti lo sono e proprio in virtù delle funzioni incarnate dai loro autori. Sarebbe grave da parte del cronista non dare peso o addirittura censurare talune dichiarazioni, bollandole come inutili o idiote. E poi c'è un altro aspetto: quello che è privo di interesse per me, può essere interessante per qualcun altro, dunque ti invito a spalancare le tue prospettive. Dobbiamo pubblicare e commentare le parole dei capi di partito della minoranza e non esiste alcuna valida ragione che possa giustificare un atteggiamento o una scelta contrari. Dopodiché, ammetto io stesso di trovare certi pensieri alquanto ridicoli, poco coerenti e confusi. Deve essere Elly Schlein a contenersi dallo sparare boiate o deve essere il cronista a contenerla non rendendo pubbliche le boiate urlate? A noi, inoltre, piace riempire il giornale anche con contenuti spiritosi quali questi. E fa di sicuro ridere, ad esempio, che questi progressisti qui, ogni volta che prendono una città, si ritengono capaci di conquistare il mondo o di arrivare pure su Marte, anticipando Elon Musk. Ma lo sappiamo tutti, e non ci stupiamo, che la sinistra da sempre, ossia dal dopoguerra, governa nei centri urbani. Ora che hanno conquistato Genova e Ravenna pare che possano governare l'Italia intera. Ma queste due città rappresentano la minima percentuale di una popolazione, quella italiana, che conferma ogni giorno una crescente fiducia nei confronti di questa maggioranza e, in particolare, di Giorgia Meloni e del suo partito, Fratelli d'Italia. Parlare, già prima di questo esito elettorale che non definirei un successone, di crisi di governo e di elezioni anticipate, alle quali i radicalchic si starebbero preparando, costituisce una forma di delirio. Abbiamo un esecutivo solido, che ha superato anche certi limiti temporali che i recenti governi di sinistra non hanno oltrepassato. Quello Meloni è tra i cinque governi più longevi della storia della Repubblica. Perché mai, dunque, esso dovrebbe crollare?
Per di più i sondaggi confermano tutto questo e non capisco dove questa minoranza qui veda segnali di malcontento verso la maggioranza, sintomi di sfaldamento di quest'ultima nonché segni di fiducia crescente verso la minoranza. Forse Schlein li sogna di notte e questo spiegherebbe codeste uscite bizzarre.
La sinistra
italiana ha un evidente problema di scollamento dalla realtà. Ma ne ha pure un altro: a causa della propria arroganza, tende a sopravvalutarsi. È la ricetta per divenire perdenti cronici. E a Elly & Co. riesce benissimo.