Lo dicono anche i partigiani: "Basta silenzio sulle foibe"

Un podcast nel Giorno del Ricordo: le parole di Cenati, presidente a Milano

Lo dicono anche i partigiani: "Basta silenzio sulle foibe"

«Una pagina terribile nella storia del nostro Paese». Così, parlando col Giornale, il presidente dell'Anpi provinciale di Milano Roberto Cenati definisce le vicende che vengono ricordate oggi nel Giorno che ricorda l'orrore delle foibe e il dramma patito dagli esuli italiani che, dai titini, furono cacciati dalle loro case nell'Istria, nel Quarnaro e sulle coste dalmate. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di una «pagina strappata nel libro della nostra storia», e anche per il presidente dell'Associazione partigiani di Milano (uno dei comitati provinciali più importanti d'Italia) si tratta di «una tragedia». «Una tragedia - dice - che è stata colpevolmente rimossa per interi decenni». Parole limpide, che superano di slancio faziosità e omissioni. «Si tratta di una pagina terribile nella storia - riconosce Cenati - e che va assolutamente ricordata, per coloro che sono finiti nelle foibe e per le centinaia di migliaia di persone che hanno dovuto abbandonare loro terre, cui erano legate da un particolare attaccamento, e fra l'altro non furono neanche ben accolti inizialmente in Italia, considerati nemici o addirittura fascisti in virtù di un pregiudizio infondato».

Non fu solo vendetta politica dunque. «È ovviamente una vicenda molto delicata e complessa - ammette Cenati - ma certamente nelle foibe è finito anche qualche esponente della Resistenza. Il discorso ci porta indietro nel tempo, ma ciò non toglie che si sia trattato di una tragedia, una delle tragedie provocate dalla Seconda guerra mondiale scatenata dal Nazifascismo, ed è doveroso da parte nostra tener viva la memoria di questa tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata, per troppo tempo rimossa».

Un giudizio che non sottovaluta il contesto storico - quello che la stessa legge sul Giorno del Ricordo inquadra come «la complessa vicenda del confine orientale» - e tuttavia va oltre il settarismo che spesso alberga ancora a sinistra. Per trovare il giusto equilibrio ci voleva una figura come quella di Cenati, che negli ultimi anni ha partecipato alle celebrazioni per il Ricordo e ha dimostrato singolare libertà anche in occasione del 25 aprile, quando ha sfilato con la Comunità (e la Brigata) ebraica, difendendola dall'aggressione degli oltranzisti «antisionisti». Così sulle foibe: mentre proliferano ancora iniziative ispirate alla faziosità, c'è anche chi crede davvero nella possibilità di una memoria condivisa, obiettivo su cui si sono spesi gli ultimi presidenti della Repubblica. Già nel 2005 l'antifascista Carlo Azeglio Ciampi aveva avvertito che questi «drammatici avvenimenti» «formano parte integrante della nostra vicenda nazionale», e un anno dopo disse che «il riconoscimento del supplizio patito è un atto di giustizia nei confronti di ognuna di quelle vittime».

Il comunista Giorgio Napolitano parlò della «congiura del silenzio» su una tragedia frutto di un «moto di odio» e di «un disegno annessionistico slavo». E Mattarella ha detto «no al negazionismo» su «una sciagura nazionale». Dopo tanto doloroso oblio, si lascia intravedere un orizzonte di verità e riconciliazione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica