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Giovanni Galli e la morte del figlio: "Non so come abbiamo fatto ad andare avanti"

Ospite a "Vieni da Me" Giovanni Galli ha raccontato i tragici momenti vissuti nel 2001, quando il figlio Niccolò perse la vita in un incidente in motorino: "Una perdita così è come una bomba a orologeria, non so quando scoppierà per me"

Giovanni Galli e la morte del figlio: "Non so come abbiamo fatto ad andare avanti"

"Ho guardato mia moglie Anna e le ho detto di prepararci al peggio. Prima era scivolato con il motorino, poi era caduto e quando siamo arrivati all’ospedale di Bologna abbiamo trovato tutti i suoi compagni di squadra in lacrime e lì abbiamo capito tutto". È lo struggente racconto fatto dall'ex calciatore Giovanni Galli a Vieni da Me. Nel salotto della trasmissione pomeridiana di Rai Uno, il portiere campione del mondo ha rivissuto i tragici momenti della morte del figlio Niccolò, nel 201, quando aveva solo 17 anni.

Giovanni Galli ha ripercorso quel doloroso periodo della sua vita e a Caterina Balivo a confessato di non sapere come si fa ad andare avanti dopo una perdita del genere: "Non chiedermelo, perché non lo so". Ma di aver fatto leva su due cose per affrontare il doloro percorso di una vita senza un figlio: "L’amore che c’è sempre stato nella nostra famiglia e l’altra cosa che mi ha aiutato è la fede perché se così non fosse stato sarebbe stato molto duro e molto difficile. La consapevolezza che un giorno lo riabbraccerò è l’unica consolazione che ho in questo momento".

Il racconto dell'ex portiere della Nazionale italiana ha commosso tutto lo studio, soprattutto quando ha raccontato la reazione delle sorelle di Niccolò, le sue due figlie, Camilla e Carolina, l'uno l'opposto dell'altra nell'affrontare la scomparsa del fratello: "Hanno metabolizzato il dolore in modo completamente diverso. La più grande si è tenuta tutto dentro per anni, convinta di essere responsabile di quello che era successo, perché lei non era lì con lui in quel momento. Non lo ha mai detto, solo un anno fa ce lo ha confessato, è riuscita a liberarsi. La piccola invece trova sempre qualcosa, nella vita di tutti i giorni, per ricordarlo. Una volta mi ha chiamato dicendomi: "Papà ho trovato la canzone per Niccolò"".

Giovanni Galli però ha parlato anche del suo dolore, di quello più privato, di un padre che è costretto a dire addio al figlio troppo presto, un dolore che forse lui non ha ancora metabolizzato, nonostante siano passati diciotto anni: "Una perdita del genere è una bomba a orologeria, non sai mai quando esplode. Forse in me non è ancora esplosa. Spero sempre di vederlo sbucare da qualche spogliatoio, ma la certezza è che staremo insieme più avanti".

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