L'anno di Freccero, tra exploit e azzardi

Il direttore di Raidue si congeda: «Bello fare tv al tempo delle piattaforme»

L'anno di Freccero, tra exploit e azzardi

E venne il momento del congedo di Carlo Freccero, direttore di Raidue pro tempore, perché già in pensione, voluto dalla parte grillina del governo per cambiare il secondo canale. Una scelta non facile perché il manager è un uomo che fa di testa sua. E, in quest'anno, si è visto bene.

Ieri, nell'ultima conferenza stampa (il suo mandato scade il 28 novembre), dove ha presentato il programma Ragazzicontro (un viaggio nel mondo dell'adolescenza di Daniele Piervincenzi) ha tracciato un bilancio di 12 mesi infuocati e vorticosi.

Lui, ovviamente, si dice contento, ma non tutto in effetti è andato così liscio. «In questo anno da direttore di Raidue - ha detto a margine della conferenza stampa - ho fatto volontariato e ho imparato molte cose: occuparsi di tv al tempo delle piattaforme è istruttivo, era più facile senza». «Per me quest'esperienza è stata una grande avventura intellettuale - ha continuato - ma vivo la fine del mio mandato da direttore come un nuovo inizio. Sono soddisfatto di quello che ho fatto, mi è stato chiesto di realizzare una rete più giovane, ma in un solo anno si può solo disegnare e impostare. Chi pensa il contrario è un incompetente».

È vera quest'ultima affermazione? Vediamo. Certamente a lui vanno alcuni meriti: per esempio l'exploit de Il collegio che ha portato tantissimi ragazzi sul secondo canale o anche la serie cominciata mercoledì Volevo fare la rock star che è stato ben accolta dal pubblico e che fa parte del progetto sui giovani. E poi ha saputo valorizzare show come Stasera tutto è possibile. Però ci sono stati anche degli azzardi come, per citarne alcuni, Realiti o Popolo sovrano nella scorsa stagione. Oppure, in queste settimane, Nella mia cucina di Carlo Cracco i cui ascolti bassi hanno complicato il day time del canale. Inutile fare l'elenco degli altri programmi riusciti o meno, quel che resta dell'anno vissuto pericolosamente di Freccero è il tentativo di sperimentare, andare oltre gli schemi, osare anche in maniera assurda. Lui, ieri, ha detto che lascerà pronto il palinsesto fino a marzo. Che sia un bene o meno lo deciderà il prossimo direttore di rete.

Chi sarà il successore ancora non è stato deciso

ufficialmente. Si fa il nome di Ludovico Di Meo, manager interno Rai. Chiunque venga scelto, certo non avrà il «sacro fuoco televisivo» e quella vena di «follia» che rende unico e (per fortuna?) inimitabile Carlo Freccero.

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